La Commissione e i Rom

Le polemiche tra il Presidente francese, il commissario europeo alla Giustizia e ai diritti fondamentali e il presidente della Commissione, hanno scatenato vivaci reazioni contro l’uno o l’altro dei contendenti, a seconda di quel che si pensa sulla legittimità o meno di respingere i rom. A parte la scelta del metodo della Commissione per condannare pubblicamente la scelta del presidente di una repubblica che fa parte dell’Unione, a parte le disquisizioni tecnico-giuridiche per giustificare questo metodo o per confermare le ragioni della condanna del capo di Stato francese, un interrogativo viene spontaneo a quanti hanno seguito la vicenda attraverso i giornali: ma la Francia è il solo Paese che respinge i Rom? Un quotidiano italiano il 22 settembre scorso ha annunciato che lo scorso 19 agosto il governo di Berlino ha deciso di espellere oltre 10 mila Rom kosovari, fuggiti alla fine degli anni novanta. “Trattasi – afferma il quotidiano – né più, né meno di deportazione forzata di ex profughi di guerra, tra cui molti bambini nati in Germania”. Certo, il Kosovo non fa parte dell’UE, contrariamente alla Romania, da cui proviene la maggior parte dei Rom espulsi dalla Francia, ma moralmente non c’è differenza. Anche perché la Germania espelle pure i Rom comunitari. La decisione non è presa dal governo federale, ma dai singoli laender, che, pare, sono inflessibili. Dopo tre mesi di permanenza in un campo, dove peraltro devono pagare l’affitto, i rom che non hanno un lavoro regolare vengono espulsi senza tanti complimenti. E dove vanno a finire questi gitani allontanati dalla Germana: quasi sempre in Francia, ma soprattutto in Italia e in Spagna, dove i controlli sono meno severi.

La Commissione

1 . è al corrente di questa situazione?

2 . In caso affermativo, perché allora non rivolge il suo biasimo pubblicamente alla Germania, come ha fatto con la Francia e in diverse altre occasioni con l’Italia attraverso le dichiarazioni di portavoce e nemmeno del commissario? Perché due pesi e due misure?

3 . Non ritiene che i “regimi provvisori” previsti dal trattato per alcuni Paesi rappresentino uno svantaggio reale per quelli che di questi regimi non possono approfittare?

4 . Non considera che le conseguenze mediatiche sproporzionate ed eccessivamente amplificate create dal metodo usato dalla Commissione, provochino ulteriori difficoltà politiche al Capo di Stato in questione, giustamente critico verso l’intrusione pubblica mirata nei suoi confronti?