Esistono in Italia e in Europa i Centri A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), che curano i bambini affetti da questa sindrome. La terapia comprende anche l’uso di psicofarmaci, che richiedono livelli di sicurezza ben definiti nell’uso di queste molecole, tanto discusse per i possibili effetti collaterali. Se questa sicurezza viene richiesta per gli adulti, a maggior ragione essa deve valere anche e più per i bambini. In genere i protocolli sanitari vietano l’utilizzo di queste molecole psicoattive senza il consenso informato dei genitori, ai quali occorre comunicare obbligatoriamente, e con la massima chiarezza, tutti gli effetti collaterali potenziali. Succede invece che talvolta i protocolli non vengono applicati con il necessario e doveroso rigore. Si fa firmare un modulo, magari in bianco, in mezzo a molti altri, senza spiegare nulla, senza parlare dei possibili effetti collaterali e senza sottoporre alla famiglia i possibili percorsi terapeutici alternativi. Senza alcun dubbio queste trascuratezze sono da condannare ed i Centri devono essere rigorosamente controllati dalle autorità sanitarie nazionali, per verificare il rispetto dei protocolli relativi all’obbligo dell’informazione per i genitori ed alla conoscenza delle terapie non farmacologiche erogate. Pur considerando la non competenza dell’Unione per le politiche sanitarie,
la Commissione
1 . è in grado di comunicare se negli Stati membri, ed eventualmente in quali, i protocolli sanitari obbligano i centro ADHD ad informare i genitori sull’uso terapeutico eventuale degli psicofarmaci per i loro bambini infermi e sulle possibili conseguenze collaterali?
2 . Non ritiene che la sicurezza sanitaria debba essere un obiettivo primario nell’uso dei farmaci, soprattutto se si tratta di bambini?
3 . Rientra nei compiti dell’EMEA controllare la sicurezza dei prodotti farmaceutici e le procedure per il loro uso ?
4 . Quest’agenzia ha anche compiti ispettivi nei confronti dei centri sanitari degli Stati membri?