PER BRINDISI LUTTO E DOMANDE:VIGLIACCHI PRIMA CHE ASSASSINI

Le indagini chiariranno la matrice e troveranno l’esecutore, lo vogliamo tutti perché non vogliamo tornino i silenzi, i misteri, che hanno contraddistinto tanta parte della storia italiana.


E mentre ciascuno a modo suo, partecipa al dolore di quei ragazzi e di quei genitori che hanno visto la loro vita distrutta e comunque stravolta, mentre il sorriso di Melissa è stato spezzato per sempre e decine di migliaia di giovani ed adulti sfilano e sfileranno per chiedere giustizia, credo sia anche il tempo, per chi di noi lo vuole, di affrontare l’impopolarità di alcune riflessioni.


1)       Se vi è la criminalità organizzata dietro la bomba di Brindisi cosa è cambiato per riportare un’organizzazione criminale alla “necessità” di mettere in atto un’azione così devastante rompendo anche quelle consuetudini fissate da tempo anche per gli attentati più feroci? Una scuola. Dei ragazzini? Le organizzazioni criminali storiche colpiscono lo Stato e le istituzioni per lanciare segnali chiari per ottenere delle cose. E’ stata una scheggia impazzita, un settore deviante dell’organizzazione ufficiale? Colpire nel mucchio degli adolescenti può far colpire anche figli di persone legate al mondo criminale, ma soprattutto rafforza nei giovani la voglia di combattere contro mafia, sacra corona unita, ‘ndrangheta,camorra. I giovani, per loro natura, hanno più coraggio e sprezzo della vita; chi ha subito l’attentato, lo porterà con sé per sempre come una stigmate di paura e terrore, ma tutti gli altri , in tutta Italia sentiranno la rabbia e la ribellione crescere e non si fermeranno, diventeranno più forti e capaci di combattere ovunque le organizzazioni criminali.


2)       Un attentato collegato alle organizzazione terroristiche? Da tempo sappiamo che molte di queste lavorano a cellule chiuse e certamente il regime del terrore raggiunge uno dei massimi obbiettivi quando colpiscono un luogo ritenuto improbabile e perciò sicuro, fuori dal circuito dei cosiddetti obiettivi sensibili. Il terrore diventa diffuso, se si può colpisce una scuola, dei ragazzini; nessuno si può ritenere al sicuro, in un supermercato, in una chiesa, per strada. Il principale obbiettivo, creare terrore, fare vivere le persone comuni, quelle senza scorta, nella paura costante, è un obbiettivo raggiunto. La vita normale, le attività comuni, i costumi della nostra società cambiano, basta vedere come dall’undici settembre è cambiato il nostro modo di andare in aereo. E quando colpisci la gente nel suo quotidiano colpisci anche l’economia e la stabilità di un paese.


Ma il terrorismo organizzato avrebbe fatto così poche vittime? Forse sì, se l’azione è di una cellula distaccata, eseguita da chi ha poca esperienza o se voleva essere un avvertimento o un modo per accreditarsi.


3)       Poi c’è la follia imitativa, il pazzo lucido, l’anarchico vero o presunto, quello che legge sui giornali, sente dalle televisioni, vede dai vari siti internet che tutto è crisi, sciagura, che la gente si ammazza, che la politica è responsabile di tutto ciò che è male, che c’è già annunciato dai volantini un programma di attentati, che si sono già individuati i siti sensibili che perciò sono diventati super protetti, che coloro che hanno incarichi “importati” hanno la scorta, allora decide di colpire dove non ci sono scorte, controlli, ma solo persone inermi, un ‘nessuno’ che vuole sentirsi qualcuno, che vuole sentirsi ricercato, potente, perché nel nostro mondo se non parlano di te non esisti e se non appari e non esisti cose è mai la tua vita?


L’odio chiama odio, la violenza violenza.


E’ possibile che si sia tutti esagerati nel pubblicizzare, enfatizzare, ingigantire ciò che è avvenuto e avviene di negativo nel nostro paese, in Grecia, nel resto del mondo?     E’ pensabile che vi sia una diversità tra comunicare la notizia o tramutarla nell’epicentro dell’interesse collettivo? E’ possibile affermare che nel comunicare ogni giorno quello che va male, con tanta dovizia di particolari commenti, non sia utile per migliorare le cose, ma si approdi alle follie di quanti sono violenti ancora non manifesti? E’ possibile che ci siano rancori sopiti che possono esplodere, perché sollecitati, in giustizie vere o presunte per le quali ci si voglia vendicare, che il sangue virtuale di tanti siti violenti , che gli insulti così iracondi contro tutti, diramati con ogni strumento d’informazione, possano generare in menti deboli e sovraeccitate, in persone vigliacche, ma desiderose di sentirsi vendicatori di uno schema denunciato complessivamente corrotto siano travolte dall’impulso della voglia di uccidere? Tutto quel sangue virtuale non può forse creare in alcuni il desiderio di vedere com’è il sangue reale?


 


Non siamo magistrati né investigatori, ma semplici osservatori ed attori del nostro ed altrui vivere quotidiano; abbiamo negli anni scorsi avvertito dei rischi a cui andavamo incontro ed abbiamo avuto la triste esperienza di vedere diventare realtà tanti dei nostri timori.


Se la politica, il mondo dell’informazione, la nostra società non capiscono insieme che la libertà di stampa e di pensiero non può portare per ignoranza e superficialità al diritto per chiunque di compiere qualunque azione; se le istituzioni non comprendono che bisogna ritrovare dignità, che le scorte ai potenti non bastano a garantire sicurezza alla gente comune avremo davanti a noi tempi bui.


I cattivi maestri, i censori che sanno forse individuare ciò che è sbagliato, ma non sono capaci di offrire proposte ed esempi per costruire, rischiano di trovare troppi discepoli che tramuteranno le parole in azioni di incontrollate violenza.


Basta gridare attenti al lupo, il lupo è un’animale sociale che caccia solo per nutrirsi, il problema è l’uomo travestito da agnello che uccide per il piacere di uccidere.