Importazioni acciaio inox non conformi

Gli elementi di lega presenti negli acciai inossidabili (il nichel in particolare) sono aumentati negli ultimi tempi. Ciò ha provocato un aumento dei prezzi dei materiali e probabilmente la realizzazione di vere e proprie frodi, attraverso l’importazione di prodotti siderurgici (nastri, lamiere, barre, ecc.) e di prodotti finiti o semilavorati (viti, bulloni, posate ecc.) non in conformità, consistente nel fatto che sui documenti viene dichiarata una determinata qualità dell’acciaio, caratterizzata da certi valori di elementi di lega, mentre in realtà viene fornita una lega ben «più povera», a prezzi certamente molto competitivi. I paesi dai quali sono stati constatate queste «non conformità» sono principalmente Cina, Malesia e India. Le azioni intraprese dalle associazioni di categoria interessate, per combattere tale fenomeno, sono state svariate, ma finora senza risultati concreti.

È la Commissione al corrente di questo fenomeno?

In caso affermativo, quali azioni ha intrapreso per contrastare il mancato rispetto delle regole?

Non ritiene opportuno intervenire presso le Agenzie centrali delle dogane per fornire ai loro tecnici gli strumenti adeguati a verificare se la presenza percentuale di lega nei prodotti inox importati è quella corrispondente alla dichiarazione scritta?

Non ritiene che il persistere di questo fenomeno danneggi non solo alle aziende italiane ed europee che operano nel medesimo settore, ma anche l’utilizzatore finale, in particolare per gli acciai inox destinati all’uso alimentare?

 

29 luglio 2008  
Risposta data da László Kovács a nome della Commissione

La Commissione non è al corrente del fenomeno riferito dall’onorevole parlamentare.

In base alle informazioni fornite dall’onorevole parlamentare non si può giungere a una conclusione definitiva che stabilisca se le merci sono state correttamente dichiarate nella dichiarazione doganale. Ai fini della classificazione doganale, le merci sono considerate fabbricate in acciaio inox se contengono in peso al massimo l’1,2 % di carbonio e almeno il 10,5 % di cromo. Pertanto la classificazione come acciaio inossidabile non dipende dal tenore di nickel. Se le merci in questione sono dichiarate come acciaio inossidabile pur non rispettando tali norme, la Commissione dovrebbe sicuramente occuparsi del caso insieme alle amministrazioni doganali degli Stati membri.

Comunque spetta all’operatore accertarsi che le merci che riceve siano conformi alle caratteristiche richieste o alle norme generalmente accettate per il prodotto.

Il principio generale stabilito nella normativa europea sui prodotti (ad esempio direttiva 2001/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 dicembre 2001, relativa alla sicurezza generale dei prodotti(1) e regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004 riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari(2)) prevede che il produttore o l’importatore sia responsabile della sicurezza dei prodotti che immette sul mercato dell’UE. Questo significa che un fabbricante di prodotti siderurgici che vengono in contatto con alimenti (ad esempio le posate) deve accertarsi che l’acciaio utilizzato nella produzione sia idoneo allo scopo. Per i prodotti importati la responsabilità ricade sull’importatore.