RIDUZIONE DEL PERSONALE TNT EXPRESS IN ITALIA

Interrogazione
con richiesta di risposta scritta E-008295/2013

alla
Commissione

Articolo 117 del regolamento

Salvatore Iacolino (PPE), Magdi Cristiano Allam (EFD), Alfredo Antoniozzi
(PPE), Pino Arlacchi (S&D), Paolo Bartolozzi (PPE), Fabrizio Bertot (PPE),
Mara Bizzotto (EFD), Lara Comi (PPE), Carlo Fidanza (PPE), Franco Frigo
(S&D), Giuseppe Gargani (PPE), Vincenzo Iovine (S&D), Clemente Mastella
(PPE), Erminia Mazzoni (PPE), Guido Milana (S&D), Claudio Morganti (EFD),
Cristiana Muscardini (ECR), Alfredo Pallone (PPE), Niccolò Rinaldi (ALDE),
Giancarlo Scottà (EFD), Giommaria Uggias (ALDE), Salvatore Tatarella (PPE),
Antonio Cancian (PPE), Tiziano Motti (PPE), Roberta Angelilli (PPE), Barbara
Matera (PPE) e Elisabetta Gardini (PPE)

TNT Express Italy è parte di TNT
Express N.V., multinazionale olandese che opera nel settore dei servizi di
trasporto espresso, fornendo a livello globale soluzioni di consegna. L’azienda
dispone di un network nazionale con 117 filiali dislocate in molte regioni, 14
hub, 5 servizi clienti e oltre 1 200 TNT point, e garantisce occupazione a
circa 3000 dipendenti.

Lo scorso 10 giugno TNT Express ha
annunciato un piano di riorganizzazione aziendale per fare fronte al perdurare
della crisi economica. Il predetto piano prevede di far confluire le attività
operative delle filiali più piccole in strutture di dimensioni maggiori,
comportando, così, 854 esuberi e la chiusura di 24 filiali tra il 2013 e il
2014. Lo scorso 28 giugno e 2 luglio lavoratori e sindacati hanno organizzato
due giorni di scioperi di protesta.

Tenuto conto che il programma di
mobilità per 854 dipendenti sarà avviato già il prossimo 24 agosto, al termine
della citata procedura di riorganizzazione, e che per i lavoratori non è
previsto alcun sistema di ammortizzatori sociali, può la Commissione precisare
quanto segue:

     Tali licenziamenti possono essere
ricompresi fra quelli previsti per ricevere finanziamenti, nel quadro del Fondo
europeo per la globalizzazione (FEG) e del Fondo sociale europeo (FSE), per il
reimpiego e la riqualificazione dei lavoratori?

     L’utilizzo dei predetti fondi potrà essere
realizzato attraverso un coordinamento su base nazionale o regionale?

     Esistono
altri strumenti finanziari o misure di cui i lavoratori e/o l’azienda
potrebbero beneficiare al fine di contenere l’impatto che la predetta
ristrutturazione in atto avrà sul numero complessivo dei lavoratori occupati?


IT

E-008295/2013

Risposta di László Andor

a nome della Commissione

(30.8.2013)

Il Fondo sociale europeo (FSE) si
prefigge di promuovere le opportunità occupazionali dei lavoratori, tra l’altro
accrescendo la loro adattabilità al cambiamento e sostenendo le azioni condotte
negli Stati membri per lottare contro la disoccupazione. L’FSE è implementato
per il tramite di programmi operativi nazionali o regionali (PO) conformemente al
principio della gestione concorrente. La Commissione invita pertanto gli onorevoli
deputati a mettersi in contatto con le autorità di gestione competenti per i PO
[1]  delle regioni italiane in questione al fine di
ottenere informazioni sulle possibilità offerte da ciascun PO per aiutare i
lavoratori in esubero a trovare un nuovo lavoro.

 

Per quanto concerne il Fondo europeo di
adeguamento alla globalizzazione (FEG), dall’inizio del 2012 possono essere
accettate soltanto domande volte ad aiutare i lavoratori messi in esubero in
seguito ai grandi mutamenti intervenuti nella struttura del commercio mondiale
a causa della globalizzazione. Per il periodo 2014-2020 la Commissione ha
proposto di reintrodurre su base permanente il criterio di crisi tra i motivi
per un potenziale sostegno del FEG.

 

Soltanto gli Stati membri possono
candidarsi a un sostegno del FEG, anche se l’iniziativa di una candidatura può
provenire da stakeholder individuali. Lo Stato membro è responsabile
dell’implementazione, della gestione e del controllo del sostegno erogato ai
lavoratori, ma alcune di queste responsabilità possono essere delegate a
livello regionale o locale.

 

I principali strumenti di cui dispone l’UE
per erogare un sostegno sono l’FSE e il FEG. Gli Stati, inoltre, gestiscono
spesso programmi propri. La
Commissione non dispone di informazioni dettagliate su tali
programmi e suggerisce pertanto di contattare direttamente le autorità
pertinenti dello Stato membro.

 

 



[1]     http://ec.europa.eu/esf/main.jsp?catId=386&langId=en