LOTTA ALLA PIRATERIA

E’
purtroppo nota la vicenda dei due marò italiani trattenuti in carcere nello
stato del Kérala in India in attesa del processo. Facevano parte di un nucleo
militare di protezione dalla pirateria sulla petroliera “Enrica Lexie”. La
stampa italiana denuncia la mancanza di accordi di tutela con i Paesi
rivieraschi che avrebbero dovuto far seguito alla legge del luglio 2011
istitutiva del servizio anti-pirateria, per stazionamento e transito dei
fucilieri della Marina militare facenti parte dei nuclei di protezione. La
vicenda con l’India è emblematica di questa mancanza di accordi preventivi.

 

La
Commissione

 

1.
è al corrente di come altri Stati dell’Unione, le cui navi sono state coinvolte
da atti di pirateria, hanno provveduto alla loro protezione ed a quella del
personale marittimo relativo?

2. In
caso affermativo, può dirci se la protezione è assicurata da personale
militare?

3.
E’ al corrente di accordi di tutela intervenuti con i Paesi rivieraschi?

4.
Non ritiene opportuno che, fino a quando il rischio di attacchi di pirateria è
possibile, proporre regole uniche di comportamento agli Stati membri per la
tutela degli equipaggi e dei nuclei militari di protezione nei confronti dei
Paesi rivieraschi?

 

IT

E-003494/2013

Risposta dell’Alta rappresentante /
vicepresidente Catherine Ashton

a nome della Commissione

(11.6.2013)

 

 

Gli Stati membri adottano politiche
diverse per proteggere dalla piaga della pirateria le navi mercantili battenti
la loro bandiera nazionale. Alcuni hanno modificato o adottato la legislazione
che autorizza l’impiego di guardie di sicurezza private a bordo delle navi,
altri invece ricorrono alla protezione garantita dalle loro forze armate. L’Organizzazione
marittima internazionale (IMO) ha emanato una serie di orientamenti in merito
destinati agli armatori e agli operatori e ha prodotto un questionario per gli
Stati di approdo e gli Stati costieri per identificare la legislazione e le
pratiche adottate in materia.

 

EUNAVFOR Atalanta fornisce pattuglie di
protezione militare alle navi vulnerabili in transito al largo delle coste
della Somalia, in particolare quelle noleggiate nel quadro del programma alimentare
mondiale. Lo status del personale militare a bordo delle pattuglie è disciplinato
dagli accordi sullo status delle forze armate conclusi dall’UE con gli Stati
della regione, in particolare Gibuti, le Seychelles e la Somalia. In Kenya, le
pattuglie sono protette ai sensi di una dichiarazione unilaterale del governo
del paese. Lo status è applicabile solo al personale e alle unità che operano
sotto il comando e il controllo di EUNAVFOR.

 

La questione dello status e delle
migliori pratiche in merito al personale di sicurezza a bordo di navi
mercantili è oggetto di discussioni nel comitato “Sicurezza marittima” dell’IMO
e con il gruppo di contatto sulla pirateria al largo delle coste della Somalia.

 

La Commissione ritiene auspicabile l’applicazione
di regole uniformi per l’impiego sia di pattuglie di protezione per le navi che
di personale di sicurezza armato assunto privatamente a bordo delle navi. Si
impegna a favore della definizione di tali regole in primo luogo al livello
internazionale dell’IMO. In caso contrario, sarà valutata la possibilità di
elaborare regole uniformi all’interno dell’UE, da applicare sia alle navi
battenti bandiera dell’Unione europea che alle imprese che forniscono personale
di sicurezza privato a protezione delle navi.