VIOLENZA SUI MIGRANTI IN SPAGNA

La tensione
nell’enclave spagnola di Ceuta, sulle coste del Marocco, è sempre altissima. In
una mattinata di febbraio alcuni migranti hanno preso d’assalto la frontiera
con la Spagna. La
polizia spagnola ha respinto l’attacco con una carica, e i migranti si sono spostati
sulla riva. Secondo le ricostruzioni la polizia ha iniziato a sparare
proiettili di gomma, costringendo molte persone a buttarsi in mare. Alla fine
degli scontri i sommozzatori hanno ripescato 14 corpi senza vita, affogati. In
alcuni video si vedono i poliziotti sparare i proiettili di gomma a migranti in
difficoltà, mentre quelli che riuscivano a raggiungere la riva spagnola – dove
sarebbero dovuti essere accolti in centri specializzati – sono stati
riconsegnati immediatamente alle autorità marocchine. Non è giunto alcun
commento, che ci risulti, dal Commissario Malmstrom e dall’Unione Europea nei
confronti della Spagna.

 

La
Commissione

 

1.   
Ha rilasciato commenti a riguardo di quanto avvenuto a
Ceuta?

2.    In che modo
coopera con le autorità marocchine per prevenire tali “assalti”?

3.    Non ritiene di
dovere invitare tutti gli Stati Membri ad abolire i proiettili di gomma, dati
gli enormi e acclarati rischi per la salute?

4.    Ritiene che la Spagna abbia seguito le
regole europee, ed ha intenzione di aprire un’indagine a riguardo,
riconsegnando i migranti “sbarcati” a Ceuta al Regno del Marocco?


IT

E-004167/2014

Risposta di Cecilia Malmström

a nome della Commissione

(16.7.2014)

 

 

1.         Immediatamente
dopo gli incidenti di Ceuta, cui fa riferimento l’onorevole deputato, la Commissione ha
manifestato le proprie preoccupazioni riguardo all’utilizzo di proiettili di
gomma e ha chiesto chiarimenti alle autorità spagnole. Queste ultime hanno
confermato l’avvio di un’indagine giudiziaria sul caso, di cui la Commissione attende i
risultati.

 

2.         Il
7 giugno 2013 è stato firmato un partenariato di mobilità con il Marocco che
comprende una serie di impegni e iniziative riguardanti la migrazione legale,
la migrazione irregolare, la protezione internazionale e la migrazione e
sviluppo. Tra gli impegni presi dal Marocco vi è l’istituzione di un regime
nazionale di asilo. La
Commissione si sta adoperando per garantire che le iniziative
di cooperazione previste da questo partenariato di mobilità proseguano e che la
situazione dei migranti subsahariani in Marocco venga affrontata adeguatamente.

 

3.         Le
misure di sorveglianza alla frontiera devono essere proporzionate. L’uso della
forza è ammissibile solo se indispensabile e nella misura necessaria
all’esecuzione dei compiti di polizia. L’intervento deve essere giustificato e
proporzionato, volto a tutelare la sicurezza e la vita degli agenti, e non
utilizzato come mero deterrente per impedire l’attraversamento illegale della
frontiera.

 

4.         La
sorveglianza di frontiera deve essere effettuata senza ledere i diritti di
coloro che richiedono protezione internazionale, in particolare per quanto
concerne il principio di non respingimento e l’accesso effettivo alla procedura
di asilo. Gli Stati membri devono assicurare il rispetto delle garanzie minime
sulla base della direttiva sul rimpatrio[1] indipendentemente
dalla scelta che possono aver operato – come nel caso della Spagna – di non
applicare detta direttiva ai cittadini di paesi terzi fermati alle frontiere. La Commissione non
esiterà ad adottare adeguati provvedimenti se saranno comprovate violazioni
della legislazione europea da parte di uno Stato membro.



[1]
    Direttiva 2008/115/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, recante norme e procedure comuni
applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui
soggiorno è irregolare; GU L 348 del 24.12.2008, pag. 98.