VIOLENZA CONTRO LE DONNE IN INDIA

Nonostante
le nuova legge anti-stupri imposta dopo le rivolte popolari per la morte di una
studentessa violentata a bordo di un autobus di Delhi, una specie di giustizia
tribale il 23 gennaio scorso in un villaggio del Bengala occidentale è stata
pronunciata dal capo del consiglio locale panchayat,
che in una sentenza difficile a credersi ha condannato una giovane tribale
di 20 anni, “colpevole” di frequentare un forestiero musulmano estraneo al
clan, a subire violenza per un’intera notte da parte di 12 giovani “volontari”
di Labhpur nel distretto di Birbhum. In realtà la sentenza condannava la copia
a pagare 50 mila rupie (circa 700 euro) per violazione delle regole claniche.
Ma i due ragazzi non avevano soldi ed allora il capo anziano ha stabilito che
ogni giovane del villaggio poteva approfittare dell’imputata e “divertirsi” con
lei. La ragazza è stata curata nell’ospedale di Suri ed ha potuto essere
salvata. 

                      

Di
fronte a situazioni simili, con la violenza istituzionale contro le donne
frutto di culture claniche difficili a estirparsi,

 

la
Commissione

 

1.    quali
interventi può effettuare per combattere questi atteggiamenti barbarici?

2.    Non
considera opportuno esercitare pressioni presso le autorità indiane e inserire negli
eventuali accordi commerciali clausole tendenti alla formazione di una cultura
fondata sui diritti umani?


IT

E-000890/2014

Risposta dell’Alta
Rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton

A nome della Commissione

(25.3.2014)

 

La violenza sulle donne costituisce una
delle violazioni dei diritti umani più diffuse nel mondo. L’Unione europea è
fermamente impegnata nel perseguimento della parità di genere e nella lotta
contro ogni forma di violenza sulle donne, all’interno e al di fuori dei suoi
confini.

 

L’UE segue con grande attenzione la
situazione dei diritti umani in India e già da tempo ha avviato una riflessione
con le autorità indiane e la società civile sulla violenza, sulla
discriminazione delle donne e sulle tematiche di genere. L’approccio dell’Unione
segue tre obiettivi principali: promozione della parità di genere e dell’empowerment delle donne, lotta contro la
discriminazione basata sul genere e contro la violenza su donne e ragazze e
tutela e promozione dei diritti dei bambini, in particolare delle bambine.
Questi temi figurano tra le priorità, tra altri, nell’agenda delle riunioni del
Dialogo periodico UE-India sui diritti umani, l’ultima delle quali si è svolta
il 27 novembre 2013.

 

La questione femminile, inoltre, fa
parte integrante
delle attività di cooperazione allo sviluppo dell’Unione
europea: il benessere delle donne e delle bambine è al centro dei programmi in
materia di istruzione e di sanità, mentre numerosi progetti hanno aiutato le
organizzazioni della società civile ad affrontare questioni come la violenza
contro le donne, compresi fenomeni quali la tratta di minori, i matrimoni
infantili, la violenza domestica e l’HIV/AIDS.

 

L’accordo di
cooperazione UE-India del 1994 sul partenariato e sullo sviluppo già contiene
un impegno al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. E anche
altri accordi bilaterali tra l’UE e l’India, tra cui l’Accordo di libero
scambio in fase di negoziato, una volta conclusi faranno parte integrante del
quadro generale che disciplina le relazioni tra l’Unione e l’India.