ESONDAZIONE DEL FIUME SECCHIA

Dopo il terremoto del 2012 anno un nuovo
cataclisma si è abbattuto sulla Provincia di Modena.

Il fiume Secchia, affluente del Po, è
esondato nei pressi della frazione di San Matteo, nel comune di Bastiglia.
Giuseppe Oberdan Salvioli è morto tentando di salvare le persone isolate e 550
persone sono state sfollate dalle loro case. Come nella maggior parte dei casi
il dramma era già stato annunciato e le autorità competenti non si sono mosse
per tempo. Se non viene dragato, un fiume e il suo letto si alzano fino a
scorrere all’altezza degli argini, che invece dovrebbero servire come una vasca
di sicurezza. La società responsabile del dragaggio sarebbe dovuta essere
l’AIPO, Agenzia Interregionale per il Po. Nel 2013 le piene sono state undici,
nel 2012 otto, la prima del 2014 è stata fatale. L’inondazione ha investito
un’area di quasi 80 km quadrati sulla quale si trovano oltre 2.000 aziende,
facendone uno dei primi cinque poli produttivi italiani. Nello specifico, la
zona industriale di Bomporto era stata scelta dalla Regione Emilia Romagna come
rifugio per gli sfollati del terremoto del 2012, ed ecco ora abbattersi un
altro cataclisma sulla stessa zona.

 

La Commissione:

 

1.      
Quali fondi di emergenza ha stanziato o ha
intenzione di stanziare per la riqualificazione delle zone e la messa in
sicurezza delle abitazioni colpite dall’alluvione?

2.      
Quali strumenti utilizza per valutare il
dragaggio e la pulizia dei fiumi?

3. Sa dirci a quale punto sono gli stanziamenti dei fondi di emergenza per
il terremoto del 2012 che ha colpito la zona, se le Regioni investite li hanno
ricevuti tutti?

IT

E-000888/2014

E-000909/2014

Risposta di Johannes Hahn

a nome della Commissione

(13.3.2014)

A tutt’oggi, il governo italiano
non ha ancora segnalato la propria intenzione di far domanda di un sostegno del
Fondo di solidarietà nel caso in oggetto.

 

Sarebbe possibile valutare se per
detta catastrofe sia possibile fruire di tale sostegno soltanto sulla base di
una solida valutazione del danno e delle sue conseguenze sulle condizioni di
vita e sull’economia. Il fondo può essere usato per operazioni di emergenza al
fine di assistere la popolazione colpita, fornire alloggi temporanei, riparare
l’infrastruttura danneggiata, proteggere il patrimonio culturale e procedere
alle operazioni di ripulitura. Il danno subito da privati non è ammissibile a
un simile sostegno.

 

Per i terremoti del 2012 l’Italia ha ricevuto
dal Fondo di solidarietà un aiuto di 670 milioni di euro che è stato versato
nel dicembre 2012. L’Italia
aveva tempo fino al dicembre 2013 per utilizzare tali aiuti. 550 milioni di
euro di tale importo sono stati messi in uso sotto la responsabilità
dell’Emilia Romagna, di cui il 46% per gli alloggi temporanei e il 51% per il
ripristino delle infrastrutture essenziali. L’Italia deve rendicontare l’utilizzo
definitivo degli aiuti entro il giugno 2014[1].

 

Nel periodo 2007-2013 l’Italia ha ricevuto 682
milioni di euro a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale per sostenere
misure a prevenzione delle catastrofi. Per il 2014-2020 il capitolo
“Gestione dei rischi” sarà definito nell’accordo di partenariato
dell’Italia e nei relativi programmi.

 

La direttiva “Alluvioni”
fa obbligo agli Stati membri di effettuare una valutazione preliminare del
rischio di alluvione, procedere a una mappatura dei rischi, reali e potenziali,
di alluvioni e predisporre piani di gestione del rischio di alluvione entro il
dicembre 2015. Tali piani dovrebbero fissare obiettivi e misure per la gestione
dei rischi di alluvione, riducendo l’impatto delle conseguenze delle alluvioni.
Gli obiettivi e le misure devono essere stabiliti dagli Stati membri stessi a
seconda delle circostanze locali e regionali.

 

La Commissione non ha
competenza per formulare commenti sull’applicazione di tasse a livello locale.

 



[1]
    Vale a dire, entro sei mesi dallo
scadere del periodo di attuazione di un anno.