VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Interrogazione con richiesta di risposta scritta degli Onn. Cristiana Muscardini (ECR), Anna Rosbach (ECR), Niccolò Rinaldi (ALDE), Patrizia Toia (S&D)

Considerando che la
violenza contro le donne resta una delle forme più gravi di violazione
strutturale dei diritti umani a livello mondiale, ed è un fenomeno che
coinvolge vittime ed aggressori di ogni età, livello d’istruzione, reddito e posizione
sociale, e che costituisce sia una conseguenza che una causa della
disuguaglianza tra donne e uomini. Considerando che tale forma di violenza
assume forme diverse, vale a dire violenza fisica, sessuale e psicologica alle
quali si aggiungono numerose forme di violenza strutturale quali limitazione
del loro diritto di scelta, del loro diritto al proprio corpo e alla sua
integrità, del loro diritto all’istruzione, e del loro diritto
all’autodeterminazione, e la negazione dei loro pieni diritti civili e
politici; ricordando che una società che non garantisce la parità dei diritti
delle donne e degli uomini non fa altro che perpetuare una forma strutturale di
violenza contro le donne e le ragazze.

 

Chiediamo alla Commissione

 


Se ha già ricevuto e intende rendere pubblico il profetto redatto dall’Agenzia
europea sui diritti fondamentali in materia di violenza contro le donne nei
diversi stati membri

 


Se può fornirci informazioni sull’implementazione della direttiva relativa al
riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile, nella
quale si prevede che le donne vittime di violenza di genere abbiano il diritto
alla stessa protezione di cui godono nel proprio paese, in qualsiasi altro
stato UE

 

– Se intende studiare la possibilità di coinvolgere, attraverso
un’attività normativa, anche i paesi terzi, nostri partner economici e
politici, uniti all’Unione attraverso accordi di Associazione, di libero
scambio o di partenariato, a rispettare le clausole europee in materia di
violenza fisica delle donne

IT

E-013044/2013

Risposta di Viviane Reding

a nome della Commissione

(16.1.2014)

 

 

Combattere la violenza contro le
donne rientra tra le priorità della Commissione, come dimostrato dal piano d’azione
per l’attuazione del programma di Stoccolma, dalla Carta delle donne e dalla
strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015. I dati dell’indagine dell’Agenzia
per i diritti fondamentali relativi alle forme di violenza sulle donne nei 28
Stati membri[1]
saranno pubblicati all’inizio del 2014.

 

Il regolamento n. 606/2013 relativo al riconoscimento
reciproco delle misure di protezione in materia di diritto civile, adottato il
6 giugno 2013, garantirà che le vittime di violenza domestica possano fare
affidamento sugli ordini di protezione emessi nel loro Stato membro d’origine
anche quando si recano o si trasferiscono in un altro Stato membro. Il
regolamento integra una direttiva sul reciproco riconoscimento delle misure di
protezione in materia penale adottata nel dicembre 2011. Per garantire che
questi strumenti normativi dell’UE siano pienamente ed effettivamente recepiti
all’inizio del 2015, la
Commissione sostiene in modo fattivo gli Stati membri
attraverso il dialogo reciproco, la formulazione di documenti orientativi e l’organizzazione
di riunioni di esperti.

 

Per quanto riguarda i paesi terzi,
la direttiva 2011/99/UE prevede all’articolo 19 che gli Stati membri
possono continuare ad applicare o a concludere accordi bilaterali o
multilaterali che consentano di andare oltre gli obiettivi della presente direttiva
e contribuiscano ad agevolare le procedure di adozione delle misure di
protezione. In conformità con gli orientamenti dell’UE sulla violenza contro le
donne e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti[2],
la lotta contro la violenza contro le donne e la discriminazione è integrata
nell’elaborazione delle politiche e nei dialoghi in materia di diritti umani.
La cooperazione su questi temi ha luogo anche nell’ambito dello strumento
europeo per la democrazia e i diritti umani, mediante la promozione dell’accesso
alla giustizia e ai servizi di assistenza, la prevenzione della violenza e il
rafforzamento delle capacità delle amministrazioni nazionali, delle
organizzazioni della società civile e delle altre parti interessate.

 



[1]
    Le informazioni sull’indagine in corso
dell’Agenzia per i diritti fondamentali sono disponibili al seguente indirizzo:
http://fra.europa.eu/en/project/2012/fra-survey-womens-well-being-and-safety-europe

[2]
    Adottato in occasione del Consiglio
“Affari generali” dell’8 dicembre 2008.