Interrogazione con richiesta di risposta scritta degli Onn. Cristiana Muscardini (ECR), Anna Rosbach (ECR), Niccolò Rinaldi (ALDE), Patrizia Toia (S&D)
Il Parlamento ha approvato
a Maggio una risoluzione con il Consiglio relativa al riconoscimento reciproco
delle misure di protezione in materia civile (COM(2011)0276) che tutela in
particolare le donne vittime di violenza in un’ottica comunitaria, allargando a
tutti gli Stati Membri le misure di tutela eventualmente previste dal tribunale
di un singolo paese. A fronte dei casi sempre più frequenti di violenza ai
danni di donne e minori
La Commissione
1) può riferire a
che stato è l’applicazione della direttiva?
2) è in grado di
quantificare, visto il Progetto Dafne, il numero di donne uccise e ferite per
ogni singolo stato membro dal 2000 al 2013, nonché il numero di donne costrette
a nascondersi e quello degli orfani di donne uccise?
3) può specificare
in quali Stati Membri esiste il gratuito patrocinio per donne succubi di
violenza e se sia in vigore un sistema di intervento che garantisca a loro e ai
figli una casa sicura, accoglienza e condizioni per ricostruire la propria
vita?
4) è in possesso di dati statistici relativi alle
violenze sulle donne extracomunitarie presenti all’interno degli Stati Membri?
IT
E-013045/2013
Risposta di Viviane Reding
a nome della Commissione
(8.1.2014)
Combattere la violenza contro le
donne rientra tra le priorità della Commissione, come dimostrato dal piano d’azione
per l’attuazione del programma di Stoccolma, dalla Carta delle donne e dalla
strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015.
Il regolamento (UE)
n. 606/2013 relativo al riconoscimento reciproco delle misure di
protezione in materia civile, adottato nel giugno 2013, integra la direttiva
2011/99/UE, del 13 dicembre 2011, sull’ordine di protezione europeo, la
quale si applica alle misure di protezione adottate in materia penale. Per
garantire che entrambi questi strumenti normativi dell’UE siano pienamente ed
effettivamente recepiti all’inizio del 2015, la Commissione sostiene
gli Stati membri attraverso il dialogo reciproco, la formulazione di documenti
orientativi e l’organizzazione di riunioni di esperti.
Non vi sono dati comparabili
disponibili a livello dell’UE sulla violenza contro le donne. Nel primo
trimestre del 2014, saranno pubblicati i risultati dell’indagine dell’Agenzia
per i diritti fondamentali sulle donne vittime di violenza[1] nei 28 Stati membri
dell’UE. Inoltre, al fine di migliorare la raccolta di dati amministrativi
comparabili, la Commissione
collabora con l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) e sta
studiando le possibilità di utilizzare anche i sondaggi Eurostat disponibili.
La relazione dell’EIGE[2],
che ribadisce le conclusioni del Consiglio sulla violenza contro le donne
adottate nel dicembre 2012 e sostiene lo scambio di buone pratiche organizzato
dalla Commissione nell’aprile 2013[3], fornisce una
panoramica dei servizi di sostegno disponibili negli Stati membri per le
vittime della violenza di genere.
[1]
Le informazioni sull’indagine in corso
svolta dall’Agenzia per i diritti fondamentali sono disponibili al seguente
indirizzo:
http://fra.europa.eu/en/project/2012/fra-survey-womens-well-being-and-safety-europe
[2] Cfr.
http://eige.europa.eu/content/document/violence-against-women-victim-support-report
[3] http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/other-institutions/good-practices/review-seminars/seminars_2013/vaw_en.htm