CONTROLLO DELLE TRUFFE BANCARIE

Il direttore generale della Hypo
Bank in Italia, banca nazionale di diritto italiano con sede in Friuli
(bilancio in attivo di 3,5 miliardi di euro e 370 dipendenti), insieme ai suoi
tre vice direttori generali e all’ex responsabile del servizio legale, è stato
raggiunto in agosto dall’avviso di garanzia per una truffa sui tassi d’interesse
dei leasing, che ha colpito il portafoglio di migliaia di clienti. Per tutti il
Pubblico ministero di Udine ha ipotizzato l’associazione per delinquere,
finalizzata alla truffa aggravata e all’usura. Anche l’istituto bancario è nei
guai, indagato in virtù del DL 231/01 sulla responsabilità amministrativa per
reati commessi da dipendenti. La giustizia farà il suo corso, anche per
scoprire il movente della truffa, che rimane per ora misterioso, poiché ad
arricchirsi è stato solo il bilancio della banca, in quanto il denaro riscosso
in eccesso figura tutto nella documentazione amministrativa della banca stessa.

Ciò premesso, può la Commissione riferire:

1.    se
al corrente di questo caso;

2.    come
spiega la mancanza di controllo e di vigilanza interni e del collegio
sindacale, oltre che della Banca d’Italia;

3.    se
questa banca è stata sottoposta alla prova di stress dall’Autorità bancaria
europea;

4.    se
esiste uno strumento di tutela per i clienti eventualmente danneggiati; e

5.    qual
è la posizione della BCE per evitare il ripetersi di tali truffe?


IT

E-013169/2013

Risposta di Michel Barnier

a nome della Commissione

(24.1.2014)

La Commissione
europea non esercita direttamente la vigilanza sulle banche per quanto riguarda
i requisiti prudenziali e la condotta di mercato, materia di responsabilità delle
autorità nazionali competenti o, nel quadro della nuova disciplina di vigilanza
per le banche della zona euro, della BCE.

 

Nella sfera delle sue competenze in materia di concorrenza,
tuttavia, la Commissione
interviene in tutti i settori, compreso quello bancario. Il 4 dicembre 2013 ha ad esempio multato
alcuni soggetti finanziari per costituzione di un cartello illegale sul mercato
dei derivati sui tassi di interesse e per manipolazione dei tassi di
riferimento del mercato interbancario.

 

La normativa europea in materia di vigilanza prudenziale
sulle banche (ossia la direttiva e il regolamento sui requisiti patrimoniali)
impone agli enti creditizi di disporre di un assetto robusto di governo
societario e di meccanismi di controllo interno adeguati che permettano di
individuare, gestire e monitorare tutti i rischi, compresi i rischi di frode.
Le autorità di vigilanza dovrebbero esaminare tale assetto intervenendo
opportunamente ove necessario. In termini di vigilanza, le cosiddette prove di
stress mirano a verificare la solidità della banca nell’ipotesi di una sua
esposizione a determinati scenari di mercato sotto pressione, non a individuare
i casi di frode.

 

Dal settembre 2014 saranno attribuiti alla BCE poteri di
vigilanza su tutti gli enti creditizi autorizzati negli Stati membri
partecipanti alla nuova disciplina.

 

In caso di frode, è la legge nazionale a determinare le
responsabilità e a stabilire chi debba sostenere le perdite subite dai clienti.