TUTELA DEI MINORI E VIDEOGIOCHI D’AZZARDO

Lo sviluppo e l’espansione del mercato dei videogiochi è impressionante. In Gran Bretagna, Francia e Germania la spesa annuale per i videogiochi è abbondantemente sopra i 3 miliardi, mentre l’Italia, al quarto posto della classifica, nel 2011 raggiungerà la cifra di 1,7 miliardi. Questa costante crescita avviene in un momento di contrazione dei consumi nei settori della televisione, del cinema, della musica e dell’editoria. Questa tendenza conferma che i videogiochi sono sempre più il nuovo punto di aggregazione delle famiglie. Basti pensare che in Italia ci sono 14 milioni di videogiocatori attivi e che le previsioni danno in aumento questa popolazione. E’ indubbio che le nuove tecnologie esercitano un’attrazione particolare, soprattutto tra i giovani. Un elemento, tuttavia, ci sembra preoccupante in questo sviluppo: la presenza di videogiochi d’azzardo, come la roulette, che permette anche ai minori di trastullarsi pericolosamente con il denaro.


 


La Commissione:


 



  1. Non considera che la possibilità di partecipazione dei minori a questi giochi d’azzardo  rappresenti un illecito?

  2. Non ritiene che tale illecito debba essere comparato e assimilato a quelli denunciati  nella relazione presentata dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Rel. Angelilli) nella sessione d’ottobre 2011 sulla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento dei minori?

Quale iniziative intende promuovere a tutela dei minori che potrebbero essere attratti dai videogiochi d’azzardo?



E-010500/2011


Risposta di Michel Barnier


a nome della Commissione


(24.1.2012)


 


 


La Commissione desidera sottolineare che videogioco e gioco d’azzardo sono due concetti distinti.


Gli Stati membri sono liberi di fissare gli obiettivi della loro politica in materia di gioco d’azzardo in assenza di armonizzazione, al fine di definire il concetto di gioco d’azzardo e stabilire il livello di tutela dei consumatori voluto, incluso nei confronti dei minori. Se le politiche nazionali in materia di gioco d’azzardo possono differire in termini di restrizioni imposte, esse devono però, essere proporzionate e applicate in modo coerente e sistematico. Lo sviluppo del gioco d’azzardo online suscita di fatto questioni inerenti alla tutela dei consumatori e sebbene l’attuazione di misure di prevenzione sia principalmente di competenza delle autorità nazionali, tali questioni pertinenti saranno contemplate nel seguito dato al Libro verde sul gioco d’azzardo online nel mercato interno[1].


 


La Commissione è consapevole del fatto che all’interno di varie piattaforme tecnologiche appartenenti a diverse imprese ed organizzazioni sono disponibili videogiochi interattivi e i videogiochi vengono considerati fra le attività ricreative preferite di numerosi cittadini europei. La Commissione è altrettanto consapevole del fatto che tali giochi possono essere utilizzati da minori e propugna quindi l’adozione di norme che possano aiutare i genitori a scegliere videogiochi adeguati.


 


La responsabilità primaria di tutela dei minori dai videogiochi potenzialmente nocivi rientra nella sfera di competenza degli Stati membri. Tutti – ad eccezione della Germania – applicano il sistema volontario PEGI (Pan European Games Information) di classificazione dei software di intrattenimento in base all’età[2]. Con l’introduzione di “PEGI On-line”[3] il sistema è stato esteso anche ai giochi in rete.


 


Nella comunicazione sui videogiochi del 2008[4] la Commissione esorta a migliorare la pubblicità e la promozione del sistema PEGI da parte del settore della produzione, a valutare periodicamente la classificazione e i criteri applicati, a estendere l’adozione di “PEGI Online”, nonché a sviluppare un codice di condotta per i dettaglianti da applicare ai videogiochi al fine di ridurre le vendite ai minori[5]. Gli ultimi due propositi sono stati ribaditi nella relazione della Commissione del 13 settembre 2011 sull’attuazione delle raccomandazioni sulla protezione dei minori del 1998 e del 2006[6] e sostenuti dal Consiglio nelle sue “Conclusioni sulla tutela dei minori nel mondo digitale” del 29 novembre 2011[7].


 


La Commissione ha inoltre contribuito alla formazione della coalizione volontaria delle aziende del settore dei videogiochi – recentemente presentata – per fare di internet un posto migliore per i più giovani, il cui obiettivo è di rafforzare, ad esempio, meccanismi di segnalazione dei contenuti, fornire un maggiore utilizzo della classificazione dei contenuti e di controllo parentale[8].






[1]     http://ec.europa.eu/internal_market/consultations/docs/2011/online_gambling/com2011_128_it.pdf



[2]     Pan European Games Information System; http://www.pegi.info/it/



[3]     http://www.pegionline.eu/it/



[4]     C(2008) 207 definitivo, http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2008:0207:FIN:IT:HTML



[5]     Le posizioni della Commissione sono state sostenute dalla risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2009 sulla protezione dei consumatori, in particolare dei minori, per quanto riguarda l’utilizzo dei videogiochi (“Relazione Manders”) (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2009-0126+0+DOC+XML+V0//IT)


e all’interno un’audizione pubblica sui videogiochi dell’8 luglio 2009 (http://ec.europa.eu/avpolicy/reg/minors/video/hearing/index_en.htm)



[6]     http://ec.europa.eu/avpolicy/reg/minors/rec/2011_report/index_en.htm



[7]     http://www.consilium.europa.eu/homepage/showfocus?lang=en&focusID=78462



[8]     http://ec.europa.eu/information_society/activities/sip/docs/ceo_coalition_statement.pdf