Terroristi mantenuti dagli Stati membri?

Il 9 settembre 2001, il comandante afgano Massoud veniva assassinato da due terroristi kamikaze: il tunisino Abdel Sattar ed il complice Bouraoui El Ouaer. La moglie di Sattar, Malika El Aroud, ha continuato ad occuparsi di guerra santa e, perso il marito, si è sposata con un altro tunisino, Moes Garsalloui, stabilendosi con lui in Svizzera ed aprendo il sito web Minbar-Sos per rilanciare messaggi, documenti e video di Al Qaeda.

Da tale sito partirono anche messaggi di ricatto verso l’Italia, in occasione del sequestro in Iraq di due ragazze volontarie nel servizio civile. A seguito di un’inchiesta delle autorità svizzere, il marito è stato condannato a sei mesi e rimesso in libertà. Ora è irreperibile. Malika invece vive a Bruxelles e continua a diffondere la Jihad dal suo sito Minbar-Sos. Per la burocrazia belga, Malika risulta disoccupata. Lo Stato belga perciò la mantiene con un sussidio mensile di 900 euro.

É la Commissione a conoscenza di tale vicenda, che sembra la trama di un ironico romanzo d’appendice?
É in grado di confermare se questa fondamentalista jihadista, propagandista della guerra santa, è veramente sussidiata dallo Stato belga?
In caso affermativo, non considera i reiterati appelli alla lotta al terrorismo incongruenti con la situazione di fatto sopra denunciata?
Quali iniziative intende intraprendere per evitare questi illogici ed assurdi controsensi?

 

16 settembre 2008  
Risposta data da Jacques Barrot a nome della Commissione

La Commissione non è a conoscenza di questo caso particolare, benché sia assolutamente consapevole del crescente uso di Internet come mezzo di propaganda terroristica e della sua importanza non solo nei paesi terzi ma anche all’interno dell’Unione europea.

La Commissione ha quindi presentato, il 6 novembre 2007, una proposta di decisione quadro del Consiglio che modifica la decisione quadro 2002/475/GAI relativa alla lotta contro il terrorismo(1). La proposta è volta a inserire, in tale decisione quadro, reati paralleli a quelli della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione del terrorismo, in modo che l’istigazione a commettere atti di terrorismo e il reclutamento e l’addestramento a fini terroristici, anche quando commessi attraverso Internet, siano punibili in tutta l’Unione europea. La sua adozione da parte del Consiglio è prevista per la fine del 2008.

La lotta contro il terrorismo è in primo luogo di competenza degli Stati membri, e l’azione dell’UE in questo campo resta in linea di principio limitata al sostegno agli sforzi degli Stati membri e alla cooperazione con i paesi terzi per le misure di sviluppo delle capacità. Gli aspetti operativi, in particolare, non rientrano nel mandato della Commissione.