ITALIA-CINA, LATTE IMPORT-EXPORT

La centrale
del Latte di Torino ha stretto un accordo con una società di importazione
cinese e due settimane fa sono partiti i primi container di latte uht diretti
verso l’Oriente. Nell’accordo si parla di una fornitura di 2 milioni di litri
di latte annui, con la
Centrale di Torino che ne produce oltre 165 milioni l’anno,
quindi non è da escludersi che le esportazioni aumentino, una prospettiva che
alla società quotata in borsa non sembra dispiacere. Anche Granarolo e
Sterilgarda hanno da tempo avviato le esportazioni verso la Cina, anche per la mancanza
di fiducia da parte dei consumatori di Pechino per il latte
“domestico” che quattro anni fa finì sotto inchiesta per l’addizione
di melamina, un additivo chimico che causò la morte di 6 bambini e
l’intossicazione di 300.000 persone. Il latte italiano è il più economico
d’Europa e con l’abolizione fra due anni delle quote latte la produzione
aumenterà.

 

La
Commissione

 

1.   
Ha pensato a delle strategie di esportazione per il latte
prodotto in UE verso la Cina?

2.    Nel caso in
cui volesse avviare dei negoziati di libero scambio con la Cina come regolamenterebbe le
esportazioni e le importazioni di latte?

3.    E’ a
conoscenza di intossicazioni alimentari all’interno dell’UE per il latte
proveniente dalla Cina e contenente melamina?

4.    Quali
controlli adotta nell’ambito delle importazioni di latte dalla Cina e può
fornire dati numerici a supporto della loro efficacia?


EN

E-003997/2014

Risposta
di Tonio Borg

a nome
della Commissione

(3.6.2014)  

 

 

1.         La Commissione ha seguito
con attenzione le modifiche della regolamentazione sanitaria cinese nel settore
lattiero-caseario e per garantire che la Cina adegui la sua legislazione alle norme
internazionali e alle regole dettate dall’Organizzazione mondiale del commercio
(OMC), ha formulato dettagliate osservazioni sui progetti di legislazione
cinese e intrattiene scambi sistematici con le autorità cinesi. Tale maggiore
armonizzazione della legislazione cinese rispetto alle norme internazionali
dovrebbe facilitare il commercio internazionale, il che comporterebbe un
vantaggio generale. Quando si verificano perturbazioni commerciali la Commissione ricorre a
tutti i mezzi possibili per trovare soluzioni rapide, per esempio tramite il
coordinamento interno con gli Stati membri e con l’industria dell’UE
nell’ambito della strategia europea di accesso al mercato.

 

2.         Sebbene
il latte e i prodotti lattiero-caseari abbiano sempre un accesso preferenziale
al mercato nell’ambito degli accordi di libero scambio negoziati dall’UE, è
prematuro attualmente ipotizzare un accordo di libero scambio tra l’UE e la Cina. Al vertice di
novembre 2013, l’UE
e la Cina hanno
avviato i negoziati per un accordo bilaterale sugli investimenti. Più ampie
ambizioni, tra le quali un accordo di libero scambio, possono essere
considerate soltanto come un obiettivo a più lungo termine e successivamente
alla conclusione di un ambizioso accordo di investimento.

 

3.         Le
importazioni nell’UE di latte e prodotti lattiero-caseari cinesi non sono
autorizzate, pertanto, non vi sono stati casi di intossicazione alimentare
nell’UE provocati da latte proveniente dalla Cina e contenente melamina.

 

4.         Stante
la situazione descritta nella risposta 3, qualora venissero presentate per
l’importazione nell’UE partite di latte o di prodotti lattiero-caseari
provenienti dalla Cina, esse sarebbero respinte.