SOSTENIBILITA’ NELLA CATENA MONDIALE DEL COTONE

SOSTENIBILITA’ NELLA CATENA MONDIALE DEL COTONE

on. Cristiana Muscardini

 

 

Intervento in
Aula

 

14 marzo 2013

 

 

 

Presidente,

Colleghi

 

La risoluzione fa seguito alla
richiesta dell’Unione di divenire membro unico dell’ICAC (Comitato Consultivo
Internazionale del Cotone), comitato che raggruppa 41 paesi produttori di
cotone tra i quali Sudan, Uzbekistan e Zimbabwe.

Da sempre questo parlamento si batte
per la trasparenza e la reciprocità nelle pratiche commerciali, per il rispetto
di norme che regolano i nostri rapporti con quei paesi terzi, che oggi sono i
nostri più grandi competitori economici, specialmente in un settore, come
quello del cotone, dove si registra una forte discrepanza tra aumento della
produzione e  commercializzazione.

L’Unione e gli Stati membri sono
attori essenziali all’economia globale del cotone, basti pensare al comparto
tessile europeo e alle difficoltà incontrate nelle filiere di produzione per
pratiche di dumping e di sottocosto lavorativo.

L’obiettivo della risoluzione è
mettere l’accento su alcune di queste questioni irrisolte e che l’ICAC, organo
competente, dovrebbe affrontare.

Parliamo della lotta contro le misure
di distorsione del mercato e della creazione di miglior condizioni per i
piccoli produttori dei paesi in via di sviluppo e che non riescono ad entrare
nella catena mondiale che fornisce tessuti alle nostre industrie tessili e
d’abbigliamento; chiediamo un aumento di trasparenza come strumento per ridurre
la volatilità dei prezzi e la speculazione, sosteniamo l’importanza di assicurare
la tracciabilità delle fibre di cotone commercializzate, evitando misure
unilaterali come i bandi all’esportazione e condanniamo l’impiego di lavoro
minorile forzato nei campi di cotone.

Chiediamo alla Commissione di farsi
portavoce all’interno dell’ICAC affinché ci sia controllo e garanzia ad ogni
fase della lavorazione.

Un ultimo appello va alla Cina, alla
quale chiediamo di partecipare a forum comuni sui comparti strategici e
produttivi internazionali, come il cotone, se davvero si vuole garantire un
mercato libero e concorrenziale.