S.O.S IMMIGRAZIONE


Le vicende politiche di queste due ultime settimane nei Paesi del Nord Africa hanno provocato vari flussi migratori, in particolare dalla Tunisia, dall’Egitto e dall’Algeria. Il Centro d’accoglienza di Lampedusa, che era stato chiuso per mancanza d’immigrati, è stato aperto in fretta e messo in grado di accogliere il maggior numero possibile di persone. I fuggitivi arrivano con barconi, alcuni dei quali si sono rovesciati al largo della Tunisia. Il ministero degli Interni italiano è riuscito ad organizzare efficientemente i suoi servizi d’accoglienza, ma il numero degli ospiti è superiore alle capacità delle strutture di Lampedusa, che consistono in 850 posti individuali, con altrettanti letti e coperte. I rimanenti sono stati sistemati provvisoriamente, in parte nello stesso Centro e in parte verso altre località. Il timore è che nei prossimi giorni altre imbarcazioni si presentino sulle coste dell’isola, aggravando la situazione. In questa situazione d’emergenza, può la Commissione dire se


1. in che misura e in che modo ha collaborato con le autorità italiane per far fronte a questa tragica invasione;


2. quale è stato il sostegno di Frontex nel reperimento delle imbarcazioni, nell’appoggio al governo italiano e nell’intervento presso le autorità dei paesi di provenienza degli immigrati;


3. è in grado di valutare se il sostegno fornito è stato idoneo a fronteggiare l’emergenza da un punto di vista organizzativo e materiale (cibo, bevande, medicinali, assistenza sanitaria)?


 



Risposta di Cecilia Malmström


a nome della Commissione


(4.4.2011)


 


La Commissione ha manifestato immediatamente la propria disponibilità a sostenere l’Italia nell’affrontare l’attuale flusso di migranti provenienti dall’Africa settentrionale. Insieme a Frontex, la Commissione ha incontrato le autorità italiane per predisporre il lancio di un’operazione marittima congiunta nella regione e per discutere di altre eventuali misure da adottare per gestire tali flussi migratori straordinari.


 


La Commissione ha informato l’Italia che, qualora la situazione lo richieda, è pronta a mobilitare assistenza finanziaria e che sta lavorando per identificare dotazioni finanziarie di emergenza nell’ambito del Fondo per le frontiere esterne, ed eventualmente del Fondo europeo per i rimpatri e del Fondo europeo per i rifugiati, oltre ai finanziamenti già stanziati per il 2011. Nel caso in cui la crisi peggiori e si riveli necessario sostenere le capacità di risposta della protezione civile italiana, è possibile prevedere il ricorso al meccanismo di protezione civile dell’UE, previa richiesta formale delle autorità italiane.


 


Per quanto concerne il controllo delle frontiere esterne, Frontex ha risposto alquanto rapidamente alla richiesta di aiuto dell’Italia, lanciando, il 20 febbraio 2011, un’operazione marittima congiunta.


 


La Commissione ha risposto prontamente alle esigenze umanitarie nell’Africa settentrionale in seguito alla crisi libica, stanziando 30 milioni di euro attraverso il bilancio “Aiuti umanitari”.


Inoltre, la Commissione sta elaborando diverse iniziative volte a sostenere, anche nel breve termine, lo sviluppo delle capacità delle autorità di alcuni paesi strategici nella regione, con particolare riguardo per la Tunisia, nell’ambito della gestione delle frontiere e dei flussi migratori in entrata e in uscita cui devono far fronte.


 


L’8 marzo 2011, la Commissione europea e l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza hanno adottato una comunicazione congiunta relativa a un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale. La comunicazione illustra quanto fatto dall’UE per affrontare le conseguenze a breve termine dei recenti eventi nell’Africa settentrionale e delinea la strategia dell’UE nel processo più a lungo termine di sostenere gli sviluppi democratici nella regione[1].


 








[1]          Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, intitolata “Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale”, COM(2011)200 definitivo.


 


E-001685/2011 E-001687/2011 e E-001701/2011


Risposta comune


(27.5.2011)


 


 


Nella sessione del 24 febbraio 2011 il Consiglio ha riesaminato la situazione nell’Africa settentrionale, compresa in particolare la questione delle pressioni migratorie cui è confrontata l’Italia.


 


Nella riunione straordinaria dell’11 marzo 2011 il Consiglio europeo ha discusso gli ultimi sviluppi in Libia e nel vicinato meridionale al fine di fissare orientamenti per gli interventi dell’Unione europea nella regione. Il Consiglio europeo ha adottato una dichiarazione in cui si fa specifico riferimento agli Stati membri più direttamente interessati dai movimenti migratori e si afferma che tali Stati necessitano di una fattiva solidarietà. Il Consiglio europeo ha inoltre dichiarato che l’UE e gli Stati membri sono pronti a fornire loro il sostegno necessario secondo l’evolvere della situazione e che l’UE, in particolare con l’operazione Hermes 2011 lanciata da Frontex, continuerà a monitorare da vicino l’incidenza degli avvenimenti sui movimenti migratori sia interni alla regione che provenienti da essa. Il Consiglio europeo ha in particolare richiesto agli Stati membri di fornire a Frontex ulteriori risorse umane e tecniche in funzione delle esigenze ed ha invitato la Commissione a mettere a disposizione risorse supplementari. Il Consiglio europeo ha sollecitato il rapido raggiungimento di un accordo sulle disposizioni che potenziano le capacità dell’agenzia[1].


 


La dichiarazione del Consiglio europeo ha inoltre indicato che l’Unione europea si consulterà con i paesi interessati della regione per quanto riguarda il sostegno tecnico-finanziario atto a migliorare il controllo e la gestione delle frontiere, nonché le misure atte a facilitare il rimpatrio dei migranti nei paesi d’origine. Il Consiglio, in cooperazione con la Commissione, è stato invitato a presentare, prima del Consiglio europeo di giugno, un piano per lo sviluppo di capacità di gestione della migrazione e dei flussi di rifugiati.


Inoltre, FRONTEX svolge un ruolo importante nel Mediterraneo effettuando analisi dei rischi mirate e fornendo sostegno in termini operativi. L’operazione congiunta Hermes 2011, ospitata dall’Italia, cui si riferisce la dichiarazione del Consiglio europeo è stata avviata il 20 febbraio 2011 in seguito ad una richiesta del governo italiano ed è intesa a prevenire ed intercettare l’attraversamento illegale delle frontiere verso le isole Pelagie, la Sicilia e l’Italia continentale.


 


Frontex sostiene inoltre le autorità italiane nelle attività di controllo delle frontiere in seconda linea, mediante debriefing e controlli nel contesto del processo d’identificazione dei migranti quale parte di tale operazione. La proposta della Commissione, del 24 febbraio 2010[2], recante modifica del regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio, del 26 ottobre 2004, che istituisce un’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea (Frontex)[3], attualmente all’esame in sede di Consiglio, contiene disposizioni volte a rafforzare ulteriormente il ruolo e le capacità operative dell’Agenzia.


 


Il Consiglio ha discusso la situazione della regione del vicinato meridionale il 24 febbraio 2011 e di nuovo in maniera approfondita l’11 aprile 2011. Si è concentrato sulle misure a breve termine ed ha adottato conclusioni del Consiglio in merito. Una riunione straordinaria del Consiglio sul tema è altresì prevista per il 12 maggio 2011. Un ulteriore dibattito orientativo sarà svolto nella sessione del Consiglio di giugno 2011, allorché saranno prese in considerazione misure a lungo termine per la gestione dei flussi di migranti e rifugiati. Misure a lungo termine concernenti i nostri vicini meridionali saranno altresì discusse nella riunione del Consiglio europeo del giugno 2011.








[1]     EUCO 7/11 CO EUR 5 CONCL 2.



[2]     Doc. 6898/10.



[3]     GU L 349 del 25.11.2004, pag. 1.