Secondo la “migliore tradizione italiana” degli ultimi anni l’informazione nazionale tratta della sicura, possibile, probabile discesa in campo di Luca Cordero di Montezemolo con toni completamente diversi.
Sia chi inneggia alla scelta di Montzemolo di partecipare in prima persona alla competizione politica, sia chi lo critica, dimentica spesso che ormai, da diverso tempo, Montezemolo è un interlocutore politico. Lo era quando rappresentava uno dei cardini dell’economia e della produzione italiana come lo è oggi, sia per il ruolo che continua ad avere nel mondo economico sia perché ha da tempo dato vita alla Fondazione Italia Futura.
Stranamente in Italia dobbiamo periodicamente ricordare che si può fare politica, azione politica, anche senza essere strettamente funzionali ad un partito. Oggi, in un periodo nel quale i partiti hanno in gran parte e scientemente abbandonata la loro funzione principale, la loro stessa ragion d’essere, e cioè quella di determinare un costante raccordo e confronto tra gli elettori e le istituzioni per evitare quelle incomprensioni e quel distacco che tanto ha nuociuto allo sviluppo armonico e completo della nostra democrazia, è necessario che ognuno si assuma in modo chiaro le proprie responsabilità.
Riportare i partiti, i movimenti politici, le fondazioni e le varie forme di associazionismo a partecipare alla costruzione di una maggiore rappresentanza democratica è uno degli obiettivi principali che tutti dovremmo porci. Tra le maggiori urgenze vi è proprio quella di ricreare un rapporto corretto tra cittadini e istituzioni mentre siamo di fronte alla preoccupante realtà di un sistema chiuso e autoreferenziale che vede ogni giorno crescere l’interesse di pochi e il non voto di molti.
Sono sterili e appartengono ad una vecchia concezione del fare politica tutti i ragionamenti che, a monte, vedono come positiva o negativa la partecipazione in prima persona di Montezemolo. Le domane a cui Montezemolo, per primo, deve dare risposte sono: la partecipazione diretta, attraverso una nuova formazione politica, o l’adesione eventuale a una formazione come il Terzo Polo per l’Italia, rappresenta una decisa volontà di contribuire alla modifica della legge elettorale per riportare la democrazia diretta e partecipata al centro delle scelte politiche e di conseguenza anche economiche in Italia?
La situazione mondiale che vede, in ogni realtà, emergere la fine di un sistema che ha funzionato, bene o male, nel secolo scorso ma che oggi, nell’era della globalizzazione, dimostra di avere il fiato corto e di non potere più dare risposte adeguate e gli aneliti di libertà e giustizia di molti popoli che cercano di uscire dalla povertà nella quale alcune dittature li hanno costretti, richiedono risposte precise da chi vuole fare politica. Il pericolo di sempre più forti derive integraliste, come gli ultimi attentati stanno dimostrando, e la necessità di sapere coniugare la previsione del futuro e la modernità con quanto del passato è ancora insostituibile devono vedere nascere un progetto politico quanto più inclusivo, comprensibile e attuabile, questo è nella visione politica di Montezemolo?
Domande precise, dall’energia alla conservazione dell’ambiente, dalla sicurezza alimentare ai diritti umani attendono risposte. E perciò Montezemolo è una risorsa, ciascuno di noi, nel suo grande e nel suo piccolo, è una risorsa se è chiaro il progetto e se è limpida la volontà di lavorare per quel progetto, a prescindere dalle rispettive fortune personali.