SGL CARBON – CHIUSURA DELLO STABILIMENTO DI NARNI

Interrogazione con richiesta di
risposta scritta E-001722/2014

alla Commissione

Articolo 117 del regolamento

Paolo Bartolozzi (PPE), Aldo Patriciello (PPE), Clemente Mastella (PPE),
Cristiana Muscardini (ECR), Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), Susy De
Martini (ECR), Carlo Fidanza (PPE), Lara Comi (PPE), Marco Scurria (PPE),
Roberta Angelilli (PPE), Barbara Matera (PPE), Niccolò Rinaldi (ALDE), Antonio
Cancian (PPE), Vito Bonsignore (PPE), Salvatore Tatarella (PPE) e Licia
Ronzulli (PPE)

La SGL Carbon, uno dei più grandi
produttori mondiali di prodotti derivati dal carbone, ha negli ultimi anni
intrapreso una dura linea di ristrutturazione rivolta agli stabilimenti
italiani (Ascoli e Narni).

In seguito alla chiusura, nel 2007,
dello stabilimento di Ascoli, nel 2010, dopo un fermo totale dello stabilimento
di Narni che ha interessato tutto il 2009, ha avviato nello stesso un piano di
mobilità del personale che ha portato a una sensibile riduzione dell’organico.

Adesso, adducendo motivazioni quali
problemi di costi, sovraccapacità produttiva e poca competitività del sito di
Narni, il board del gruppo ha palesato la possibilità di chiudere tale
stabilimento, assumendo un atteggiamento dilatorio e poco chiaro e
rifiutandosi, da un lato, di fornire gli approfondimenti richiesti a tale
proposito dalle organizzazioni sindacali e territoriali di categoria, nonché
dalle autorità locali e nazionali e, dall’altro, di comunicare la sua decisione
finale.

Considerando che ad oggi l’Italia è
il secondo produttore di acciaio in Europa – dopo la Germania – e che il
sistema produttivo non solo italiano ma anche europeo si basa in larga parte su
forni elettrici che hanno bisogno dei particolari elettrodi di grafite prodotti
nello stabilimento di Narni, la chiusura di tale sito avrebbe delle ricadute
estremamente negative.

Oltre a rappresentare, infatti, un
duro colpo per l’economia locale facendo venire a mancare un considerevole
numero di posti di lavoro e imponendo ingenti costi di bonifica ambientale del
sito industriale eventualmente abbandonato, la chiusura dello stabilimento
comporterebbe anche serie difficoltà per i mercati e per il tessuto industriale
collegati allo stabilimento. Molte aziende italiane ed europee, infatti, hanno
impostato le loro rispettive produzioni sugli elettrodi prodotti dallo
stabilimento di Narni, e la mancanza di questi sul mercato comporterebbe serie
difficoltà di produzione per le stesse nonché un aumento dei prezzi dei
materiali circolanti, con serie ricadute sull’import/export e rischi di
aumentata dipendenza dalle importazioni provenienti da paesi extra UE.

Alla luce di questo e visti i piani
di rilancio e sostegno al settore siderurgico europeo, potrebbe la Commissione
europea chiarire:

1.    quale
sia il suo margine di manovra per far sì che il board dirigenziale del gruppo
fornisca risposta alle richieste di approfondimento e dia risposte univoche
circa la volontà di chiusura dello stabilimento di Narni;

2.    quale
sia il suo margine di manovra per far sì che l’azienda non prenda nessuna
decisione definitiva senza informarne a tempo debito le istituzioni locali e
nazionali;

3.    qual
è la sua strategia per affrontare simili emergenze che hanno pesanti ricadute
in termini economici e sociali sul processo di industrializzazione italiano ed
europeo?


IT

E-001722/2014

Risposta di
Laszlo Andor

a nome della
Commissione

(31.3.2014)

1 e 2. Si
invita l’on. parlamentare a considerare la risposta della Commissione
all’interrogazione E‑1476/2014[1].

 

3. Tra le azioni
proposte nel piano d’azione della Commissione[2], in caso
di chiusura o ridimensionamento significativo di siti siderurgici, la Commissione razionalizzerà
l’utilizzo dei pertinenti fondi UE, facendo ricorso a task force dedicate, da creare
su richiesta degli Stati membri o dei sindacati. Questo approccio è stato applicato
in passato al settore automobilistico. Sino a oggi, non è stata ricevuta
nessuna richiesta per il settore siderurgico.



[1]     http://www.europarl.europa.eu/plenary/en/parliamentary-questions.html

[2]     Comunicazione
della Commissione “Piano d’azione per una siderurgia europea competitiva e
sostenibile” (COM(2013) 407 final dell’11 giugno 2013).