RUMORE E SALUTE

In
un lungo articolo pubblicato su “Lancet” da un gruppo di esperti di diverse
discipline dell’ International Commission on Biological Effects of Noise
(ICBEN) si afferma che viviamo assediati dai suoni, senza renderci conto dei
danni che questo comporta, non solo all’apparato uditivo, ma anche a quello
cardio vascolare e nervoso, che si traducono in una lunga serie di disturbi e
in vere e proprie malattie, tra l’altro, dai costi altissimi. Scopriamo ad
esempio che nel mondo il rumore ha compromesso l’udito di 1,3 miliardi di
persone tanto negli Usa quanto in Europa e che le cadute associate a questo
deficit, negli ultimi vent’anni, sono aumentate del 20%. Traffico (strade e
gomme), musica, frastuono e ronzii costanti assediano i cittadini da suoni
esagerati, causando stress, cardiopatie, danni dell’udito e cadute. Eppure l’UE
con la direttiva 49 del 2002 impegnava gli Stati membri a completare la
divisione in zone acustiche delle città con più di 250 mila abitanti entro il
2007 e poi i centri urbani con più di 100 mila residenti entro il 2012.

 

La
Commissione

 

1.    Può
dirci quali Stati hanno rispettato la direttiva nei tempi previsti?

2.    Per
gli Stati non in regola sono previste sanzioni?

3.    Potrebbe
chiedere agli stati membri di vietare la musica ad alto volume nei rifugi e
nelle stazioni in alta montagna, in riva al mare e comunque nei luoghi nei
quali la gente intende riposare ed essere a contatto con la natura.

4.    Perché
non prevede l’organizzazione di corsi ad hoc per amministratori pubblici, così
poco sensibili alla questione dell’inquinamento acustico?

Ha proposte in cantiere per la riduzione del rumore
sul manto stradale e nei pneumatici degli autoveicoli, oltre che nei motori?

IT

E-002984/2014

Risposta di Janez Potočnik

a nome della Commissione

(23.5.2014)

La direttiva sul rumore ambientale[1] richiede una mappatura acustica e
la preparazione di piani d’azione per gli agglomerati e le principali strade,
ferrovie e aeroporti e contiene una serie di diversi obblighi e termini per gli
Stati membri. La maggior parte degli Stati membri – con l’eccezione della
Lituania che si è conformata a tutti i requisiti della direttiva – non ha
ancora applicato integralmente tutte le disposizioni della stessa.

 

La Commissione segue da vicino l’attuazione della
direttiva sul rumore ambientale e intende assicurarne il rispetto con tutti gli
strumenti legali a sua disposizione.

 

Il rumore derivante dalle attività domestiche e il rumore
provocato dai vicini – ad esempio musica suonata ad alto volume – sono esclusi
dall’ambito di applicazione della direttiva sul rumore ambientale. Tuttavia, la
direttiva chiede che i piani d’azione degli Stati membri siano finalizzati ad
evitare aumenti del rumore nelle zone silenziose
[2].

 

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici della direttiva sul
rumore ambientale, la
Commissione è in contatto con gli esperti degli Stati membri
e del SEE. Essa ritiene tuttavia che l’organizzazione di corsi ad hoc per
amministratori pubblici – se ritenuti necessari dagli Stati membri – sia di
competenza delle autorità nazionali, regionali o locali.

 

I limiti di emissione sonora dei veicoli a motore sono
oggetto di un regolamento
[3] di recente pubblicazione mentre
gli pneumatici dei veicoli a motore sono disciplinati da una legislazione
specifica
[4]. Per quanto riguarda il manto
stradale, le informazioni trasmesse dagli Stati membri nella mappatura acustica
delle strade prevista dalla direttiva sul rumore ambientale potrebbero
costituire la base di un futuro lavoro di ricerca sulla classificazione delle
superfici stradali.

 



[1]
    GU L 189 del 18.7.2002, pag. 1

[2]
    Zone silenziose negli agglomerati o in
aperta campagna che devono essere definite dalle autorità competenti

[3]
    Non ancora pubblicato. Per ulteriori
informazioni consultare il sito:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-363_en.htm

[4]
    GU L 200 del 31.7.2009, pag. 1