RITORNARE ALLA POLITICA PER RISOLVERE I PROBLEMI DEL PRESENTE GUARDANDO AL FUTURO

Molti
analisti e commentatori hanno in questi giorni definito l’incarico al Prof. Draghi
il definitivo fallimento della politica. In verità questo incarico, che ci
auguriamo segni finalmente una svolta positiva, è il fallimento dei partiti non
della politica perché la stessa, ormai da molto tempo, è in letargo. La
politica è stata volutamente estromessa da populismi di vario tipo e da incompetenze
e paure elettorali che per molti anni hanno tramutato i partiti da cinghia di
trasmissione democratica, tra i cittadini e le istituzioni, in soggetti
esclusivamente autoreferenziali ed avulsi dai reali problemi della società. La
nuova sconfitta della partitocrazia, da molti contestata a parole e da troppi
supportata e foraggiata nei fatti, può forse ridestare la politica e fare
nascere una nuova stagione di persone preparate e capaci di visioni a breve e
lunga distanza. Chi pensa alle oggettive necessità dell’Italia darà il suo
contributo per identificare con Draghi i passi necessari a contrastare e sconfiggere
la pandemia sanitaria, sociale ed economica. Chi invece pensa solo al proprio
ipotetico risultato elettorale, vicino o lontano, continuerà a non riconoscere
l’opportunità individuale e collettiva che si è presentata. L’Italia ha bisogno
del ritorno della politica, l’arte di risolvere i problemi del presente
immaginando avanti, guardando al futuro tenendo conto delle realtà geopolitiche
e sociali che ci circondano ora e che ci saranno domani.

Ci
sono momenti nei quali, davanti a nemici comuni, tutti siamo chiamati ad
assumerci le nostre responsabilità. I nemici sono principalmente il covid, la
crisi economica, la disoccupazione e le diverse povertà, il disagio sociale, il
sempre più pericoloso dissesto climatico, la criminalità ed il terrorismo, lo
sfaldamento delle istituzioni democratiche. Di fronte a questi nemici tutte le
forze politiche e sociali dovrebbero trovare un momento di collaborazione
fattiva per sconfiggerli, sapendo che tornerà il tempo, raggiunto il risultato,
per tornare ciascuno alle proprie origini. Un vecchio e saggio detto sottolinea
come, nei momenti salienti, i nemici dei miei nemici siano i miei amici. Ora
non è necessario che le diverse forze politiche diventino amiche ma è
necessario unire tutte le forze disponibili per vincere i molti avversari che
ci stanno strappando la stessa vita. Certo per andare insieme in battaglia
bisogna condividere gli obiettivi ed i metodi per questo è legittimo chiedere a
Draghi quale sia il programma e quali gli strumenti tecnici, politici ed umani
per realizzarlo, quello che è sbagliato e pericoloso, specie per chi lo dice, è
dichiarare dei no a priori o fare distinguo tra chi ha diritto o meno di
partecipare alla battaglia. Con veti e pregiudizi si costruiscono sconfitte a
danno di chi si è fidato di noi.