PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE
presentata a norma dell’articolo 103, paragrafo 4, del regolamento da
– Colm Burke, Valdis Dombrovskis, Maria Martens, Filip Kaczmarek e Horst Posdorf, a nome del gruppo PPE-DE
– Pasqualina Napoletano, Alain Hutchinson, Emilio Menéndez del Valle, Glenys Kinnock, Thijs Berman e Josep Borrell Fontelles, a nome del gruppo PSE
– Annemie Neyts-Uyttebroeck, Jan Mulder, Johan Van Hecke, Marco Cappato, Fiona Hall, Marios Matsakis e Marielle De Sarnez, a nome del gruppo ALDE
– Ryszard Czarnecki, Adam Bielan, Cristiana Muscardini e Marcin Libicki, a nome del gruppo UEN
– < Margrete Auken e Frithjof Schmidt, a nome del gruppo Verts/ALE
– Feleknas Uca e Gabriele Zimmer, a nome del gruppo GUE/NGL
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi:
– GUE/NGL (B6‑0024/2008)
– UEN (B6‑0025/2008)– Verts/ALE (B6‑0026/2008)
– ALDE (B6‑0027/2008)
– PSE (B6‑0028/2008)
– PPE-DE (B6‑0033/2008)
sul Kenya
Risoluzione del Parlamento europeo sul Kenya
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione preliminare della Missione di osservazione elettorale dell’Unione europea (EUEOM, European Union Election Observation Mission), fatta in Kenya il 1° gennaio 2008,
– vista la dichiarazione della Presidenza dell’Unione europea sulle elezioni presidenziali in Kenya rilasciata a nome dell’Unione europea l’8 gennaio 2008,
– visti gli orientamenti sulla tenuta di elezioni democratiche della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli,
– vista la Dichiarazione dell’Unione africana sui principi che reggono le elezioni democratiche in Africa (2002),
– visti la Dichiarazione di principi per l’osservazione elettorale internazionale e il Codice di condotta per gli osservatori elettorali internazionali, menzionati in sede di Nazioni Unite il 27 ottobre 2005,
– visto l’accordo di partenariato fra i membri del gruppo degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (l'”accordo di Cotonou”) e modificato a Lussemburgo il 25 giugno 2005, in particolare gli articoli 8 e 9,
– visto l’articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che il 27 dicembre 2007 si sono svolte in Kenya le elezioni presidenziali e legislative, alle quali nove partiti hanno presentato candidati alla presidenza, tra cui il Presidente Kibaki del partito di unità nazionale (PNU) e Ralia Odinga per il movimento democratico arancione (ODM),
B. considerando che su un totale di 210 seggi del parlamento nazionale i due maggiori partiti, il movimento democratico arancione di Odinga e il partito di unità nazionale di Kibaki, hanno ottenuto rispettivamente 99 e 43 seggi,
C. considerando che le elezioni presidenziali del 2007 in Kenya non sono state all’altezza degli standard fondamentali internazionali e regionali per elezioni democratiche e sono state seguite da disordini che hanno provocato la morte di oltre 600 persone
D. considerando che le violenze politiche hanno provocato lo sfollamento di 250.000 persone e hanno colpito da 400.000 a 500.000 kenioti, soprattutto delle città di Eldoret, Kericho e Kisumu, in base alle informazioni dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’ONU (OCHA),
E. considerando che la crisi politica attuale nasce principalmente dalla precedente coalizione nazionale dell’arcobaleno, che ha vinto le elezioni del 2002, quando Kibaki e Odinga concordarono di condividere il potere, patto poi non mantenuto,
F. considerando che le raccomandazioni espresse dalla Missione di osservazione elettorale dell’Unione europea (EUEOM) del 2002 non sono state sufficientemente prese in considerazione, comprese quelle riguardanti le dimensioni e i confini dei collegi elettorali per le elezioni legislative e quella secondo cui l’incarico dei commissari della Commissione elettorale del Kenya (CEK) dovrebbe estendersi a sei mesi dopo le elezioni generali, in modo da accrescere l’indipendenza e la professionalità dell’autorità elettorale,
G. osservando che la campagna elettorale del 2007 è stata caratterizzata da un’atmosfera di forte polarizzazione politica tra gli schieramenti di Kibaki e Odinga, che ha portato a un clima di tensione nelle loro rispettive comunità etniche,
H. considerando che le elezioni presidenziali hanno deluso le speranze e le aspettative del popolo keniota, che aveva partecipato con entusiasmo al processo elettorale, votando in gran numero e in modo pacifico e paziente,
I. considerando che gli intensi sforzi diplomatici, tra i quali la missione di mediazione del Presidente dell’Unione africana (UA) John Kufuor e gli sforzi compiuti da quattro ex Presidenti, non sono riusciti a risolvere la crisi politica,J. considerando che l’8 gennaio Mwai Kibaki ha nominato unilateralmente 17 membri del suo gabinetto di governo, prima che la mediazione internazionale fosse stata condotta a termine, vanificando in tal modo una negoziazione tripartita e inducendo l’ODM a riprendere le proteste di massa,
K. considerando che durante la campagna elettorale la libertà d’associazione, d’espressione e di riunione sono state ampiamente rispettate; considerando che tuttavia tale campagna è stata contrassegnata anche da divisioni etnopolitiche, che hanno contribuito all’instabilità che si è venuta a creare nei giorni precedenti le elezioni,
L. considerando che la comunità internazionale non ha prestato sufficiente attenzione a queste tensioni etniche di fondo, e deve d’ora innanzi tenerne conto in ogni futuro sforzo di mediazione dell’attuale crisi in Kenya,
M. considerando che la Commissione elettorale del Kenya (CEK) ha svolto la supervisione degli aspetti logistici e tecnici delle elezioni, ha migliorato l’accesso ai centri per l’iscrizione degli elettori ed ha formato il personale incaricato delle operazioni elettorali,
N. considerando tuttavia che la CEK non ha dimostrato l’imparzialità, la trasparenza e la riservatezza che sono presupposti di ogni elezione democratica, e che ciò trova riscontro nei vizi delle procedure di designazione dei commissari membri della CEK,
O. considerando che gli osservatori dell’EUEOM sono stati ben accolti dalle autorità competenti nei seggi elettorali, dove il processo elettorale veniva condotto correttamente,P. considerando tuttavia che detti osservatori non hanno ottenuto analogo accesso ai locali in cui avveniva il conteggio dei voti, e hanno concluso che la mancanza di trasparenza e di adeguate procedure di sicurezza ha minato gravemente la credibilità dei risultati dell’elezione presidenziale,Q. considerando che presso alcuni seggi è stata registrata una partecipazione superiore al 90% e che la CEK ha espresso dubbi circa queste percentuali inverosimilmente elevate,R. considerando che l’EUEOM ha concluso che in generale il processo elettorale prima della tabulazione dei risultati è stato ben condotto e che le elezioni parlamentari erano giudicate in gran parte riuscite,S. considerando tuttavia che l’EUEOM ha concluso che la fase di conteggio dell’elezione presidenziale ha mancato di credibilità, e pertanto esprime dubbi circa l’esattezza dei risultati,T. considerando che secondo l’Osservatorio per la protezione dei difensori dei diritti umani sono state formulate minacce contro membri dell’iniziativa “Kenioti per la pace nella verità e nella giustizia” (KPVG), una coalizione di ONG indipendenti costituitasi in seguito alle elezioni per denunciare brogli e per sostenere la libertà d’espressione e d’associazione nel paese,
U. considerando che nel quadro dell’accordo di partenariato ACP-UE (accordo di Cotonou) il Kenya ha assunto impegni per il rispetto dei diritti civili fondamentali, della democrazia fondata sullo Stato di diritto e di un sistema di governo trasparente e responsabile,
1. condanna la tragica perdita di vite umane e la situazione critica dal punto di vista umanitario, e invita con urgenza le autorità competenti e i soggetti coinvolti a compiere il massimo sforzo per portare la pace nella Repubblica del Kenya e assicurare il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto;
2. approva le conclusioni presentate dall’EUEOM nella sua dichiarazione preliminare;
3. si rammarica che, nonostante l’ampio successo delle elezioni parlamentari, i risultati delle elezioni presidenziali non possano considerarsi credibili a causa delle diffuse segnalazioni di irregolarità elettorali;
4. deplora che il Presidente in carica Mwai Kibaki abbia nominato unilateralmente il suo gabinetto di governo, il che ha indebolito gravemente gli sforzi di mediazione:
5. chiede al Presidente in carica Mwai Kibaki di rispettare gli impegni democratici del suo paese sanciti dalla Costituzione nazionale e dagli orientamenti per la condotta di elezioni libere e corrette della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli, e di acconsentire a una verifica indipendente del voto presidenziale; sollecita inoltre le autorità keniote ad agevolare tale indagine per porre rimedio alla situazione e per far sì che coloro che hanno commesso tali irregolarità debbano rispondere del proprio operato;
6. sollecita le autorità keniote a garantire in ogni circostanza l’integrità fisica e psicologica dei membri dell’iniziativa KPVG e di tutti i difensori dei diritti umani che operano in Kenya, e a far cessare tutti gli atti vessatori nei loro confronti;
7. invita entrambe le parti a prendere con urgenza provvedimenti correttivi tangibili mediante negoziati; appoggia a tale riguardo ulteriori sforzi di mediazione da parte di un gruppo di personalità africane di prestigio guidate da Kofi Annan, ex Segretario generale delle Nazioni Unite;8. invita la Presidenza dell’Unione europea e la Commissione europea a seguire da vicino la missione di mediazione guidata da Kofi Annan e, se necessario, ad assicurare un’immediata continuazione di questo sforzo di mediazione ad opera di una delegazione ad alto livello dell’Unione europea, eventualmente nell’ambito di un’iniziativa comune UE-UA; invita la Commissione europea ad offrire alle autorità del Kenya tutta l’assistenza tecnica e finanziaria necessaria nel processo di verifica indipendente delle elezioni presidenziali, nonché nelle iniziative ritenute necessarie per porre rimedio alla situazione;9. chiede misure concrete per la creazione di una commissione elettorale davvero imparziale, che sia meglio in grado di condurre in futuro elezioni libere e corrette;
10. richiama l’attenzione sulla dichiarazione di Samuel Kivuitu, capo della CEK, che ha sconfessato i risultati delle elezioni presidenziali pubblicati dai media e ha chiesto un’indagine indipendente sulle accuse di brogli;
11. chiede nuove elezioni presidenziali in caso si rivelasse impossibile organizzare un nuovo conteggio credibile e corretto dei voti delle elezioni presidenziali da parte di un organismo indipendente;
12. si rammarica che si sia persa l’opportunità offerta dalle elezioni presidenziali del 2007 di consolidare e sviluppare ulteriormente il processo elettorale e il processo democratico in senso più ampio;
13. invita i leader dei partiti politici ad assumersi la responsabilità di impedire ulteriori violenze nel paese, a dimostrare fedeltà allo Stato di diritto e a garantire il rispetto dei diritti umani;
14. è profondamente preoccupato per le ripercussioni sociali dell’attuale crisi economica e per il suo effetto deleterio sullo sviluppo socioeconomico del paese, nonché per le sue conseguenze economiche sui paesi limitrofi, che dipendono in grande misura dalle infrastrutture del Kenya e la cui situazione umanitaria sta essendo compromessa da questa crisi;
15. invita il governo del Kenya e la Commissione europea ad organizzare rapidamente l’assistenza umanitaria agli sfollati interni e a fornire tutto il personale necessario per il soccorso umanitario;
16. chiede alle autorità responsabili di garantire la copertura da parte di una stampa libera e indipendente e di ripristinare con effetto immediato le trasmissioni in diretta;
17. si rammarica che siano stati versati aiuti di bilancio nell’ambito del FES al governo Kibaki subito dopo le elezioni, cosa che potrebbe essere erroneamente interpretata come influenzata da scelte politiche, e chiede il congelamento di ogni ulteriore sostegno di bilancio al governo del Kenya fino a quando non si sarà trovata una soluzione politica alla crisi attuale;
18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo del Kenya, ai Copresidenti dell’Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE e ai Presidenti della Commissione e del Consiglio esecutivo dell’Unione africana.