Coraggiosa la decisione di FareItalia e di Adolfo Urso di ‘aprire’ in questo momento schizofrenico un vero dibattito sulla Destra. Per rispondere ai quesiti, espliciti e sottintesi, dobbiamo però intenderci che cosa è, per ciascuno di noi, Destra e se, nel XXI secolo, possiamo continuare a riferirci a schemi datati nella storia, nella cronaca e nella realtà.
Per quanto mi riguarda Destra è il costante impegno in politica, in economia, nella vita, per costruire una società basata su regole condivise e rispettate e con governi in grado di verificarne e imporne l’applicazione. Un governo di donne e uomini al di sopra di ogni sospetto, in grado di rinunciare alle proprie ‘pulsioni’ personali e consapevoli che il confronto corretto con le opposizioni e la società è necessario alla democrazia. Destra è privilegiare l’economia reale, credere nella collaborazione tra capitale e lavoro, è prevenire il conflitto generazionale che oggi è fomentato dall’accentramento nelle mani di pochi, sempre gli stessi, da leggi elettorali che espropriano i cittadini dal diritto di scelta, dal clientelismo esagerato e dalla corruzione, dall’incapacità di creare opportunità per i giovani e di conservare l’esperienza dei più anziani. Destra è dare a tutti le stesse opportunità e premiare il merito e l’impegno senza distinzioni di sesso, razza, religione o appartenenza partitica.
Destra è rispetto dell’ambiente come patrimonio comune, difesa della sfera privata e dello stato nazionale, è lotta all’evasione, allo sperpero, alla corruzione. Destra è combattere il Dio denaro diventato nel mondo l’unico referente, per noi occidentali come per i cinesi, è sapere ammettere gli errori e combattere il mercimonio di valori e di sesso.
E’ finito lo spazio a mia disposizione ma ne possiamo parlare ancora se vogliamo stabilire insieme ciò che la Destra dovrebbe essere. Quello che è chiaro a tanti ormai è che oggi la Destra, in Italia sicuramente, non ha rappresentanza politica definita e forse, dopo la morte del Comunismo e il rantolo di un capitalismo becero e autolesionista dobbiamo cominciare a dire quello che disse Voltaire: “Se vuoi parlare con me fissa i tuoi termini”.
Senza termini chiari, senza progetti pensati, discussi e condivisi la confusione continuerà a regnare sovrana dando disperazione ai più e denaro e potere a chi come scopo ha solo potere e denaro.