RICHIESTA DI REINTRODURRE IL REGOLAMENTO (UE) N. 29/2012 – NORME DI COMMERCIALIZZAZIONE DELL’OLIO DI OLIVA

Interrogazione con richiesta di
risposta scritta E-011599/2013

alla Commissione

Articolo 117 del regolamento

Sergio Paolo Francesco Silvestris (PPE), Esther Herranz García (PPE),
Santiago Fisas Ayxela (PPE), María Auxiliadora Correa Zamora (PPE), Alejo Vidal-Quadras
(PPE), Verónica Lope Fontagné (PPE), Francisco José Millán Mon (PPE), Carlo
Fidanza (PPE), Fabrizio Bertot (PPE), Marco Scurria (PPE), Amalia Sartori
(PPE), Giancarlo Scottà (EFD), Cristiana Muscardini (ECR), Gabriel Mato Adrover
(PPE), Eva Ortiz Vilella (PPE), Aldo Patriciello (PPE), Mario Borghezio (NI),
Agustín Díaz de Mera García Consuegra (PPE), Luigi Ciriaco De Mita (PPE), Vito
Bonsignore (PPE), Juan Andrés Naranjo Escobar (PPE) e Barbara Matera (PPE)

In un ristorante di Parigi una
donna italiana ha trovato all’interno dell’oliera un topo vivo. La notizia è
stata riportata dai principali quotidiani italiani che hanno gridato allo
scandalo per le scadenti condizioni sanitarie in cui era conservato l’olio
servito sulle tavole del ristorante.

Da mesi la maggior parte dei paesi
europei chiede il divieto per ristoranti e mense di somministrare olio di oliva
in anonime oliere, prive di etichetta e di garanzie antirabbocco per i
consumatori.

Nel maggio scorso è stato
inspiegabilmente bloccato dal commissario Ciolos il regolamento n. 29/2012
relativo alle norme di commercializzazione dell’olio d’oliva, che avrebbe
introdotto l’obbligo di utilizzare bottiglie di olio antifrode nei locali di
ristorazione, negli ospedali e nelle mense. La proposta sarebbe stata invece
molto utile per contrastare il fenomeno del refilling
(rabbocco) delle oliere, che non garantisce ai consumatori né trasparenza
né sicurezza in merito al prodotto.

Alla luce di quanto sopraesposto,
può la Commissione
chiarire:

1.    se
ha valutato l’impatto sui consumatori europei della mancata trasparenza in
merito al reale contenuto delle ampolle, non solo in termini economici ma anche
sotto il profilo della tutela della salute, dal momento che il prodotto rabboccato,
oltre a possedere generalmente proprietà organolettiche inferiori, è
deteriorato nella sua qualità;

2.    se
ha tenuto conto del fatto che l’applicazione del regolamento, in particolare
dell’articolo 2, avrebbe potuto avere anche una funzione di promozione degli
oli extra vergine europei, ovvero un’esigenza più volte sottolineata dalla stessa
Commissione, e quindi veicolare un’informazione più completa per un prodotto genuino
nonché una scelta di consumo maggiormente orientata verso i marchi europei;

3.    se,
anche a seguito dell’ultimo gravissimo episodio citato e di quanto descritto,
intende ripresentare il regolamento volto a introdurre l’obbligo per i
ristoranti e le mense di somministrare olio di oliva soltanto in bottiglie
monouso e antirabbocco, certificate ed etichettate, al fine di garantire ai
consumatori il diritto elementare di conoscere il prodotto che stanno
utilizzando.


IT

E-011599/2013

Risposta di Dacian Cioloş

a nome della Commissione

(3.12.2013)

 

La Commissione desidera sottolineare che spetta innanzitutto agli operatori della
filiera alimentare garantire il rispetto delle condizioni igieniche nel settore
della ristorazione
e che il controllo, per ragioni
di sussidiarietà, rientra interamente nella sfera di competenza
degli Stati membri. Un incidente come quello citato nell’interrogazione
parlamentare può verificarsi anche per altri prodotti alimentari, inclusi quelli
confezionati
.

 

Per quanto riguarda la
commercializzazione di olio d’oliva da parte del settore alberghiero, della ristorazione
e dei caffè, è compito degli Stati membri valutarne le pratiche e garantire la
tutela degli interessi dei consumatori. La Commissione non
intende legiferare in materia. La normativa dell’Unione europea non si oppone,
a priori, all’adozione da parte di uno Stato membro di una legislazione
nazionale come quella adottata dal Portogallo relativa all’utilizzo, nel
settore alberghiero, della ristorazione e dei caffè, di bottiglie di olio d’oliva
non riutilizzabili.

 

La Commissione continuerà a prodigarsi per tutelare e controllare la qualità dell’olio d’oliva.