QUESTIONE FEMMINILE, MISSIONE DIGNITA’

Se da un lato una ricerca di Added Value per  il settimanale ‘Io Donna’ afferma che un campione di mille intervistati si dice pronto a una svolta per avere più donne ai posti decisionali e di governo, dall’altro mai come in questi dieci anni le donne hanno perso in dignità e immagine.


Le donne oggetto usate come merce di scambio e che contestualmente si tramutano in soggetto attivo di ricatti, interviste, pressioni. Il corpo e la mente entrano a tutto campo nel gioco del ‘do ut des’, nel cimitero dei sentimenti e del rispetto di sé e degli altri.


Intorno, poi, tante altre donne normali che, per colpa di questo mercimonio esasperato, per questo sistema di commistione a catena concentrica che vede alla fine un po’ tutti come ricattati e ricattatori, sono sempre più sole. Sempre più donne non trovano occupazione, continuano a non avere uno stipendio pari agli uomini, sul posto di lavoro sono pressate da avance indesiderate sotto la minaccia di perdere il posto o l’avanzamento di carriera. Così alla fine in molti cominciano a domandarsi a cosa servono i principi: una botta e via val bene una cena, una borsetta, un week end in barca sembrano dire le più giovani, in molti casi ricordando la vita in famiglia dove giornali spiegazzati  e calzini sporchi, buttati nei luoghi più impensati, sono spesso l’unico segno di passaggio dell’uomo di casa, quello che non ha più tempo per due parole gentili e che, mentre tra le quattro mura domestiche, o nel dibattito televisivo, professa l’indiscutibile valore della famiglia, poi in effetti sogna anche lui di fare il puttaniere.


Una società di single spaventati dalle responsabilità del rapporto affettivo stabile e di giovinette in spasmodica attesa di rifarsi il seno, perché la bellezza, vera o costruita, sembra diventata il biglietto da visita, la chiave che apre le porte, l’unico criterio di scelta di questa società decadente!


Donne in politica? Chiedere a me che in questi anni sono stata  e sono parlamentare europea attraverso campagne preferenziali (quelle per cui bisogna scrivere il nome della persona che si sceglie), a me che sono stata eletta in contrasto con il grande boss della mia area elettorale, che ho cominciato dalle organizzazioni universitarie (con le reti anti molotov alle finestre), cosa significa essere donna nella politica italiana, presuppone che ci si voglia finalmente confrontare non tanto con il ruolo delle donne in politica ma con la degenerazione del sistema di potere in Italia. Perché la vera domanda inquietante è se c’è ancora la politica laddove, troppo spesso, uomini e donne si sono impadroniti della cosa pubblica per fini esclusivamente personali, in una società dove l’informazione ha tradito la sua funzione e il mondo dell’economia, che oggi starnazza contro la politica, è stato il primo responsabile della corruzione a monte  che ha sconvolto anche i più piccoli gangli del sistema.


Se si è scelta la società dell’apparire e tutti, più o meno, stanno al gioco, è evidente che avrà più ‘peso’ una foto su un rotocalco, una battuta ad effetto ripresa da un quotidiano che qualche ora della sera passata a studiare e a pensare per ricostruire, di giorno, quel sistema paese che, così com’è oggi, non regge più.


Dopo cinque legislature al Parlamento europeo senza avere mai trovato, né all’interno del mio partito d’origine né nelle varie mutazioni che lo stesso ha fatto, ascolto per l’esperienza e la conoscenza acquisita in Europa, nel confronto tra culture e tradizioni diverse, da un osservatorio privilegiato che dava e dà la possibilità di valutare i diversi movimenti geopolitici, finanziari ed economici, ho la certezza che il male fatto in così poco tempo non sarà rimediabile facilmente.


Non è più il tempo di parlare  genericamente di valori nuovi ma vi è la necessità di definirli chiaramente e di applicarli.


Le donne potrebbero aprire la strada a questo percorso di innovazione ma vorranno                     tornare a lottare per la società e non solo per se stesse? Riusciranno a vedere al di là della loro bellezza, sapranno amare la propria vecchiaia, riusciranno a ridare dignità ad uomini                 diventati  insicuri  e perciò sempre più arroganti? Volentieri ne parlerei con qualcuno.