PROCEDURE AUDIT INUSUALI PER PMI BENEFICIARIE DI FONDI PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE

Sempre più spesso le piccole e medie imprese che hanno beneficiato di finanziamenti dell’Unione europea vengono sottoposte, anche 4-5 anni dopo, a procedure di audit ex post che creano grandi difficoltà amministrative e organizzative. Si ha l’impressione che questa politica rappresenti un atteggiamento punitivo e di sfiducia nei confronti dei beneficiari, mettendoli oltre tutto in una situazione di incapacità a ottemperare, a distanza di tempo, dalla conclusione dei progetti agli obblighi di controllo.


“La Commissione europea – ha chiesto l’on. Cristiana Muscardini in una interrogazione scritta – può indicare la base giuridica dell’uso di metodologie d’indagine previste più per la lotta alla frode che per un legittimo controllo? Questo metodo talvolta è realizzato in modo non trasparente con analisi incrociate tra diversi progetti indipendenti e distinti tra loro, talvolta riguardanti beneficiari diversi. In assenza di una procedura di frode conclamata e notificata – ha concluso Muscardini – tali procedure sono da considerarsi una violazione dei diritti, un grave abuso di potere e un tentativo di costruzione di prove ad hoc, venendo meno alle condizioni generali del contratto”