MOVIMENTO CSR: IL CARCERE NON PUO’ ATTENDERE, RIFORMA PENALE SUBITO

La giornata di astensione dalle udienze e
di protesta degli avvocati per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica
sul grave problema delle carceri italiane trova eco in una iniziativa del
Movimento Conservatori Social Riformatori che “nel far proprie le ragioni
della protesta degli avvocati penalisti ribadisce con forza l’esigenza di por
mano senza indugi al programma di riforma della giustizia penale che passa attraverso
la riforma del codice, dell’ordinamento penitenziario e la depenalizzazione,
nonché l’eliminazione immediata delle storture derivanti da norme emergenziali
e miopi come quelle contenute nella legge c.d.”ex Cirielli” che comporta
effetti paradossali come quello 
realizzato (non è l’unico, solo l’ultimo in ordine di tempo)  dal Tribunale di Bolzano che ha condannato un
giovane a un anno di reclusione, che sconterà, per avere rubato un pacchetto di
wurstel e due pomodori in un supermercato”. Ha dichiarato il responsabile nazionale  giustizia del C.S.R. Manuel Sarno che con la
Portavoce del Movimento, on. Cristiana Muscardini, ha indirizzato una lettera
al Ministro Severino per chiedere che il governo porti all’attenzione delle
Camere le riforme della giustizia penale già predisposte dalla Commissione
Nordio e dalla Commissione Pisapia. “Una riforma a costo zero ma con
impatti positivi enormi” – ha detto Cristiana Muscardini. “L’Italia
non può più attendere e subire continui richiami dall’Europa per la lentezza
dei suoi procedimenti e per disumana condizione delle sue carceri.

Le condizioni di vita dei reclusi: i
numeri, aggiornati al 31/10/2012, sono inquietanti:

         
Popolazione detenuta 66.568 unità (di cui circa un terzo
stranieri) percentualmente in aumento da anni a fronte di una capacità del
circuito penitenziario di 44.558 posti, il che significa il 142,5% di
sovraffollamento rispetto a una media europea che è del 99% .

         
Circa il 40% dei reclusi è in attesa di giudizio, con tempi
abnormi di celebrazione dei processi, il che significa che 26.780 presunti non
colpevoli stanno, in effetti, soffrendo l’espiazione anticipata di una pena che
potrebbe non essere mai inflitta se ritenuti non responsabili e ciò
indipendentemente dalla effettiva gravità dei fatti attribuiti.

         
I morti in carcere da inizio 2012 sono 138 di cui 52
suicidi.

Le cifre dicono che, a tacere delle
condizioni di vita, della carenza  di igiene,
di assistenza sanitaria,   di lavoro
interno ed effettività delle strutture rieducative, il carcere si propone come
una sorta di discarica sociale che infligge ben di più e di peggio della mera
privazione della libertà e – in particolare – non assicura le condizioni per il
reinserimento dei condannati: la democrazia di un Paese si misura, tra l’altro,
dalla qualità delle scuole e dei penitenziari soprattutto se i secondi
assomigliano alle prime e, attraverso la rieducazione, portano ad un
abbattimento dei fenomeni di recidiva.

Nessun intervento strutturale è stato realizzato
nel corso della legislatura dai Governi che si sono succeduti , arrestatisi a
vaghe promesse o al varo di soluzioni normative rivelatesi inadeguate.