MISSIONI UMANITARIE

“L’autunno
arabo” in Siria, con le sue tragiche violenze, ha provocato, come è noto,
l’esodo in massa di profughi verso la Turchia e la Giordania. Mentre
in Turchia la loro presenza rappresenta al massimo lo 0.5 per cento della
popolazione, in Giordania la situazione è molto più catastrofica poiché –
secondo le stime più ragionevoli – i profughi siriani rappresentano un
incredibile 11-12 per cento del totale della popolazione giordana (700-800.000
profughi).

 

La
Commissione

 

1.   
Può dirci se l’UE è presente in quei campi profughi con
le sue missioni umanitarie?

2.   
Può dirci se queste missioni hanno operato anche in altri
Paesi ( e quali?) investiti dalla cosiddetta “primavera araba”?

3.   
Può indicarci quanto sono costate al bilancio dell’UE?


IT

E-006288/2013

Risposta di
Kristalina Georgieva

a nome della Commissione

(8.8.2013)  

 

 

Le conseguenze
del conflitto siriano si estendono al di là dei confini del paese. Il Libano e la Giordania, che già prima
dello scoppio della crisi dovevano far fronte a problemi importanti, si trovano
ora in una situazione senza precedenti che minaccia la loro stabilità interna. Attualmente
vi sono circa 501 057 rifugiati siriani in Giordania (434 298 registrati
dall’ACNUR e 66 759 in
attesa di registrazione[1]). Secondo
le stime dell’ACNUR al 19 luglio 2013 il numero di rifugiati in Libano
ammontava a oltre 625 000 (530 000 registrati e 95 000 in attesa di
registrazione). Si pensa che in entrambi i paesi il numero di rifugiati non
registrati sia anche più elevato.

 

L’UE è
presente nei campi profughi in Giordania. La Commissione ha
stanziato 61,5 milioni di euro per gli aiuti umanitari alla Giordania, la maggior
parte dei quali sostengono i progetti nel campo profughi di Za’atari.

 

L’UE ha anche
finanziato progetti in Siria, Libano, Turchia e Iraq. Il 47% degli aiuti della Commissione
è destinato alla Siria e il restante 53% ai paesi confinanti (Libano 24,3%, Giordania
3,1%, Iraq 3,3%, Turchia 2,3%). Obiettivo principale degli aiuti: interventi
medici di emergenza per salvare vite umane, fornitura di generi alimentari,
articoli nutrizionali e acqua potabile, misure igienico-sanitarie, fornitura di
alloggi, distribuzione di prodotti di base non alimentari e protezione delle
categorie più vulnerabili.

 

Oltre ai 428 milioni
di euro di aiuti umanitari forniti dagli Stati membri, dalla fine del 2011 l’UE ha mobilitato
complessivamente circa 840 milioni di euro (aiuti umanitari: 515 milioni di
euro; assistenza economica, per lo sviluppo e per la stabilizzazione: 325 milioni
di euro) in risposta diretta alla crisi per sostenere attività in Siria e al di
fuori del paese.



[1]     Alto
commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.