RIGIDITA’ DELLA PAC E MOBILITA’ DEL CLIMA

900 millimetri di
precipitazioni piovose avvenute in questi primi mesi del 3013, hanno provocato
un danno di 6-700 milioni di euro all’agricoltura lombarda. Ma il peggio deve
ancora arrivare poiché i danni alla semina si tradurranno ovviamente in rincari
per i prodotti disponibili in minore quantità. E tutto è conseguenza del
maltempo – informa “Innovagri” – che persiste e che modifica l’andamento
climatico stagionale tradizionale. La situazione è estremamente negativa
soprattutto nel settore dei cereali. Primo granaio d’Italia, la Lombardia è stata
colpita da un accanimento climatico proprio nella stagione della semina dopo
aver subito il marzo più freddo degli ultimi 60 anni. I campi sono ridotti ad
acquitrini ed i mezzi meccanici non sono stati in grado di arare il terreno per
la semina, impedendo, tra l’altro, interventi di carattere fitosanitaria sulle
coltivazioni. Il 60% degli appezzamenti destinati al mais non hanno conosciuto
la semina. I 360 mila ettari di cui dispone la Lombardia produrranno il
30% in meno di mais. Anche per i cereali cosiddetti “a paglia”- grano, orzo,
avena e simili – l’impossibilità di svolgere lavori stagionali per la tutela
della qualità del prodotto, porterà ad una perdita secca del 30%.. Il riso è
stato messo a semina soltanto per il 40%, con un danno maggiore di quello del
mais. Mentre, infatti, per il mais è ancora possibile la semina “a ciclo
breve”, per il riso le semine non effettuate non possono essere recuperate con
semine “tardive” , per cui non è nemmeno possibile una stima esatta delle
perdite. Per quanto riguarda i foraggi, l’impossibilità di procedere ai tagli
per la fienagione e l’alimentazione del bestiame ha comportato, essenso una
merce più rara, un rincaro del 40-50% negli ultimi dieci giorni. Gli allevatori
subiscono l’aggravio dei costi e la perdita di competitività. Tutto ciò
s’aggiunge alle conseguenze della crisi economica e finanziaria e alle
politiche d’austerità che hanno richiesto una maggiorazione delle imposte.

 

La
Commissione

1.     
È al corrente della situazione in cui si trovano i
coltivatori e gli allevatori lombardi?

2.     
E’ in grado di stimare i danni all’economia agricola
della Lombardia e della valle padana?

3.     
Non ritiene che il criterio di erogare agli operatori
agricoli un sostegno in funzione dell’estensione dei loro appezzamenti, non
debba essere ripensato e riconsiderato anche in funzione degli accadimenti
climatici che modificano i cicli produttivi e quindi la stabilità dei prezzi,
con conseguenza che si ripercuoto pure sul consumatore finale?

4.     
Le conseguenze della mobilità del clima sono facilmente
controllabili e dovrebbe essere ragionevolmente possibile considerarle fra i
criteri da adottare per il sostegno all’agricoltura.


IT

E-006087/2013

Risposta
di Dacian Ciolos

a nome
della Commissione

(5.7.2013) 

 

 

La Commissione è al
corrente delle difficoltà registrate nell’Italia settentrionale e segue da
vicino l’evoluzione della situazione meteorologica e il suo impatto sull’agricoltura,
allevamento compreso. Le condizioni meteorologiche avverse hanno provocato un
ritardo significativo nello sviluppo delle colture invernali e hanno ostacolato
il lavoro dei campi, ad esempio la semina del mais, il che potrebbe accrescere
il rischio di malattie e avere implicazioni per la disponibilità e i costi del
foraggio a livello locale. Le condizioni meteorologiche che si registreranno
nei prossimi mesi saranno essenziali per determinare l’impatto che per il
momento non è ancora possibile valutare.

 

I pagamenti diretti previsti dalla nuova PAC riguarderanno
obiettivi specifici come quelli ambientali, tra cui il cambiamento climatico, e
i giovani agricoltori. I pagamenti diretti sono concessi agli agricoltori quale
integrazione del reddito poiché esercitano un effetto stabilizzatore del
reddito in caso di forti fluttuazioni dei prezzi. I pagamenti diretti non sono
però uno strumento destinato in prima istanza agli interventi di crisi.

 

I gravi effetti delle catastrofi naturali e del maltempo sull’agricoltura
possono però essere presi in conto nell’ambito dei programmi per lo sviluppo
rurale (PSR) nel contesto della misura “Ricostituzione del potenziale agricolo
danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di
prevenzione”. Alcune regioni italiane si sono avvalse di questa disposizione
nel contesto dei PSR per il periodo 2007-13 a sostegno delle aziende agricole colpite,
ad esempio, da gravi precipitazioni nevose. Per migliorare la vitalità del
settore nel lungo periodo, la politica di sviluppo rurale attuale e quella
futura prevedono misure volte all’adattamento dell’agricoltura alle mutate
condizioni climatiche. Per il periodo 2014-20 sono proposti nuovi strumenti di
gestione del rischio.

 

Per quanto concerne l’effetto del cambiamento climatico sull’agricoltura,
per il momento non è possibile fare una differenziazione esatta tra la
variabilità meteorologica nel medio termine e gli effetti del cambiamento
climatico.