MILANO: UN PROBLEMA DI POLITICA NAZIONALE

La scelta del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di presentarsi capolista alle elezioni comunali di Milano conferma, aldilà delle valutazioni di parte o di partito, che a Milano si gioca una partita di politica nazionale.


Milano, da sempre, è stato  laboratorio per scelte politiche di ampio respiro.


Oggi l’Italia vive un difficile conflitto tra poteri e da troppo tempo vi è guerra tra le istituzioni per delegittimarsi reciprocamente a danno della democrazia e della stabilità e questa guerra ha una particolare evidenza proprio a Milano.


Questo avviene in un momento nel quale le gravi crisi economiche, politiche e di scelte energetiche   pongono in primo piano  la necessità,  per la nostra Nazione, di avere una visione politica ad ampio raggio ed un peso più definito all’interno sia delle istituzioni europee sia internazionali. Peso che non abbiamo più da tempo come è stato messo in evidenza dai conflitti interni alla maggioranza: basta pensare alle scelte legate alla Libia e ai risultati del vertice italo- francese.


L’Italia ha perso sempre più peso nella politica nordafricana, da anni non esprimiamo il presidente del Parlamento europeo, nonostante il partito di maggioranza in Italia sia la seconda delegazione all’interno del gruppo Popolare Europeo che è il primo gruppo per peso numerico al parlamento di Strasburgo. L’Italia, ad esempio, non difende i coniugi italiani sposati con tedeschi ed i nostri figli sono di fatto ‘rapiti’ dallo Jugendamt ed obbligati ad essere educati in Germania. Non siamo stati in grado di ottenere dall’Unione Europea né una politica per l’immigrazione, né ancora il sì per il regolamento per la denominazione di origine dei prodotti extra Ue, regolamento tanto necessario alle nostre imprese manifatturiere e ai nostri consumatori per combattere la contraffazione e l’illegalità.


Questi sono alcuni esempi per ricordare che la partita politica che si gioca a Milano non è tanto la valutazione di ciò che la Moratti ha fatto di bene o di male, o di quanto non ha fatto rispetto alle promesse del suo programma di cinque anni fa. Le elezioni amministrative, proprio per la presenza di un Berlusconi così diverso, a nostro avviso, dal Berlusconi dei primi anni sono un vero e proprio scontro tra due diversi progetti per il centro destra.


La politica, per come la intendiamo noi di un centrodestra liberale, democratico e riformista è la visione dell’interesse pubblico, una visione capace di dare risposte alla urgenze del presente e di prevenire i problemi del futuro attraverso analisi, confronto, studio e realizzazioni concrete.


Per noi la politica è sapere ascoltare, rispettare ruoli e competenze, credere nelle istituzioni e perciò impedire che delle stesse si possano appropriare persone che difendono solo interessi personali o comunque di parte.


Il centro destra di Berlusconi è chiuso in se stesso, nomina, con una legge elettorale vergognosa, i deputati in quanto amici e funzionali al capo, annuncia riforme, leggi e progetti che non si realizzano e che spesso non interessano la collettività, basta pensare al ponte di Messina. E’ un centrodestra che ignora i grandi e piccoli interventi necessari per risollevare il territorio e a dare concretezza per il rilancio dell’economia e per il lavoro dei giovani. E’ un sistema che assomma nelle mani di pochi un potere enorme: basta pensare al cumulo di incarichi che alcuni uomini di Berlusconi concentrano nelle proprie mani e nelle mani dei loro familiari o famigli.


Sbaglia chi crede di affrontare la competizione elettorale a Milano con i toni del confronto sulla sola gestione della pubblica amministrazione locale.


Il sindaco Moratti non è libera di scegliere per la città perché imbrigliata dai diktat di lobby economiche e politiche, potenti a tutto campo.


A Milano giochiamo una partita per il futuro del paese, per la libertà e la democrazia, per sconfiggere il silenzio sceso sui problemi della droga o degli appalti legati alle attività criminali, a Milano giochiamo la credibilità internazionale dell’Itala anche con l’Expo che fino ad oggi è costato uno sproposito senza che nulla sia ancora effettivamente iniziato.


Contro le corazzate di certi poteri non ci si confronta parlando solo dei silenzi della Moratti rispetto alle promesse che non ha mantenuto. Berlusconi non è in lista solo per tirare la volata al sindaco uscente  ma per ritardare il più possibile la resa dei conti tra coloro che credono in un  centro destra responsabile e democratico e altri che ritengono che la destra sia una grande lista di “candidati” alla difesa dei propri interessi più o meno leciti.


Dobbiamo dirlo in modo chiaro se vogliamo cercare di dare un futuro all’Italia, alle nuove generazioni, a tutti i cittadini, le elezioni amministrative a Milano rappresentano un punto fermo per partire e costruire una politica nuova. Questo è il messaggio di FLI e del Nuovo Polo con tutti i difetti e i problemi di un progetto nato da poco ma con tutte le speranze e le certezze che ci vengono dalla consapevolezza che il progetto siamo proprio noi: cittadini comuni, non comperabili, non ricattabili, capaci di dialogare e confrontarci con gli altri, con tutti gli altri.