MIGRANTI ERITREI CATTURATI DA PREDONI NEL NORD-SINAI EGIZIANO

Cristiana Muscardini (PPE), Patrizia Toia (S&D) e Niccolò Rinaldi (ALDE)


Dal gruppo EveryOne e dall’Agenzia Habeshia apprendiamo che un gruppo di 30 migranti eritrei è stato catturato da trafficanti beduini Rashaida che chiedono 20.000 dollari per la loro liberazione. Un ostaggio è già morto e gli altri sono sottoposti a torture, violenze e vessazioni varie. Al telefono i predoni fanno udire le loro urla ed i loro lamenti. Le due agenzie sopra riportate hanno contattato gli Alti Commissari Onu per i Rifugiati e per i Diritti umani, lo Special Procedure Branch delle Nazioni Unite, la Commissione europea e il Parlamento. Ma nessuno ha risposto, salvo tre parlamentari. Eppure rapimenti di ostaggi e cattura di migranti a scopo ricattatorio sono frequenti in quelle zone, con mortali conseguenze per le vittime e violenze d’ogni genere per i sopravvissuti.


La Commissione:


1.    Non crede opportuno intervenire presso le istituzioni internazionali ed i governi locali, al fine di esercitare pressioni per promuovere interventi a favore della liberazione degli ostaggi e la tutela della loro sicurezza? Oppure,


2.    Perché non interviene direttamente presso i beduini Rashaida?


3.    Perché dà l’impressione di non reagire (o non reagisce affatto) nei confronti di richieste che denunciano rapimenti mirati e violenze mortali nei confronti di migranti che fuggono dai loro territori?


4.    I suoi servizi per l’Aiuto umanitario non potrebbero avere anche questa funzione?



Sergio Berlato (PPE)


Oggetto:      Presenza di donne e bambini tra i profughi sequestrati e tenuti in ostaggio nel Sinai


Nel Sinai, da almeno tre mesi, si protrae il dramma dei profughi sequestrati e tenuti in ostaggio.


Il direttore dell’Agenzia Habeshia per la cooperazione e lo sviluppo (AHCS) di Roma, don Mussie Zerai, riferisce di circa 150 persone, tra cui dei bambini tra gli 11 ed i 14 anni, tenuti ancora in situazione di detenzione dalle tribù locali.


Don Mussie Zerai, durante un’intervista all’agenzia Asca pubblicata lo scorso 11 febbraio, denuncia con dovizia di particolari le violenze subite dai minori, le torture e i maltrattamenti, sia di donne sia di uomini.


Preso atto di questa situazione, può la Commissione far sapere:


1.    se tramite la sua delegazione intende impegnarsi per portare un sostegno alle popolazioni tenute prigioniere;


2.    e se, al fine di affrontare la gravissima situazione sopra descritta, intende esporsi con una richiesta ufficiale di liberazione dei profughi ancora in ostaggio?



Risposta dell’Alto Rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton


a nome della Commissione


(27.5.2011)


 


 


La Commissione segue la vicenda del gruppo di rifugiati tenuti ostaggio al confine tra Egitto e Israele sin dall’inizio di dicembre 2010, quando le organizzazioni della società civile hanno portato il caso all’attenzione dell’Alto Rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton.


 


La delegazione dell’UE al Cairo ha contattato le organizzazioni locali della società civile e la rappresentanza regionale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) al Cairo per accertare i fatti. Di concerto con gli Stati membri, la delegazione dell’UE ha più volte incontrato i rappresentanti del ministero degli Esteri egiziano per esprimere preoccupazione e chiedere che il caso fosse seguito in modo appropriato. La questione è stata discussa durante la riunione del Comitato di associazione UE-Egitto tenutasi il 14 dicembre 2010 al Cairo e da allora è stata regolarmente all’ordine del giorno nelle riunioni con le associazioni locali di difesa dei diritti umani ed è stata altresì ripetutamente sollevata nel dialogo con le autorità egiziane. L’UE è inoltre in contatto permanente con l’UNHCR e l’ufficio OIM. Finora, i progressi delle autorità egiziane relativamente alla questione sono stati limitati.


 


La situazione dei migranti e dei rifugiati in Egitto, soprattutto nella regione del Sinai, è fonte di preoccupazione costante. Nel quadro del suo dialogo regolare con la controparte egiziana, l’UE ha ripetutamente invitato l’Egitto a sviluppare e migliorare la qualità dell’assistenza e della protezione offerta ai richiedenti asilo e ai rifugiati residenti o di passaggio sul territorio egiziano. L’UE ha inoltre sollecitato le autorità egiziane a garantire il rispetto del principio di non respingimento per tutti i migranti bisognosi di protezione internazionale e a concedere all’UNHCR la piena libertà di attuare il proprio mandato su tutto il territorio egiziano, compresa la regione del Sinai.


 


I recenti sviluppi in Egitto possono aprire la strada a una collaborazione rinnovata in settori in cui in passato era difficile progredire. L’UE inviterà le autorità egiziane ad assicurare il rispetto dei diritti umani, tra cui la protezione dei migranti e dei rifugiati.