MERCATO DI SIM CARD TRUCCATE

In questo tempo di crisi c’è un nuovo mercato che comincia a diventare solido e prospero: è quello delle SIM card truffate, che permettono il loro utilizzo a nome dei veri e legittimi titolari, a loro insaputa. Sul magazine italiano  Panorama del 23 aprile 2009, un giornalista racconta come è entrato illegalmente in possesso di 500 SIM-card, , che funzionavano regolarmente, intestate a persone completamente ignare. E’ un fenomeno pericoloso, lo sviluppo di questo mercato parallelo di schede telefoniche. Oltre agli attentati alla privacy, l’uso di queste schede può produrre conseguenze molto gravi: pagamenti effettuati con il cellulare, l’uso improprio degli internet point per entrare in una rete e svuotare un conto corrente senza lasciare traccia, comunicazioni telefoniche della malavita organizzata senza correre il rischio di intercettazioni, che in ogni modo colpirebbero gli intestatari ignari della card, e non i veri utilizzatori delinquenti. Stessa situazione per le reti terroristiche, che non lascerebbero tracce d’ identità.

  

La Commissione:

  

  1. è al corrente di questo fenomeno?
  2. E’ in grado, al di là delle indagini delle autorità giudiziarie, di concordare con i gestori di telefonia mobile l’introduzione di regole che possano evitare il ripetersi di queste situazioni?
  3. E’ possibile rendere certa ed obbligatoria la riconducibilità di una scheda telefonica al suo proprietario legittimo?
  4. Non ritiene utile ed opportuno definire meglio con i governi degli Stati membri la figura  professionale del rivenditore, che potrebbe rappresentare l’anello debole della catena  truffaldina?
Risposta data da Jacques Barrot a nome della Commissione

Come dichiarato nella risposta all’interrogazione E-5963/08 presentata dagli onorevoli Baroness Ludford e In’t Veld(1), la Commissione è a conoscenza del fatto che l’usurpazione e il furto di identità sono in aumento nell’Unione europea e sono motivo di crescente preoccupazione per i governi, le imprese e i cittadini, come indicato nella comunicazione della Commissione del 22 maggio 2007 «Verso una politica generale di lotta contro la cibercriminalità»(2).

La Commissione continua ad esaminare la fattibilità di un punto di contatto unico a livello comunitario. Il programma di lavoro annuale 2008 del programma di finanziamento «Prevenzione e lotta contro la criminalità» prevede come priorità lo sviluppo, a livello dell’Unione europea, di un punto di contatto/sistema di notifica per le denunce di furti di identità. In generale, la Commissione considera la cibercriminalità una delle maggiori priorità per il futuro.

L’uso fraudolento delle carte Subscriber Identity Module (SIM) costituisce una minaccia non solo alla vita privata dei cittadini, ma anche alla sicurezza e al commercio. Le autorità di contrasto devono sviluppare strumenti adeguati per far fronte a tali minacce. Secondo la direttiva sulla tutela dei dati(3), i soggetti che trattano dati personali devono prendere appropriate misure tecniche e organizzative volte a contrastare i possibili rischi alla sicurezza. La direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche(4) stabilisce gli obblighi che i fornitori di servizi di comunicazione elettronica sono tenuti ad osservare in materia di sicurezza. Il controllo del rispetto delle disposizioni nazionali di attuazione di tali direttive spetta alle autorità nazionali competenti.

A tal riguardo, il Consiglio Giustizia e affari interni del 27 e del 28 novembre 2008 ha concluso che è necessario contrastare l’utilizzo delle comunicazioni elettroniche e del loro anonimato a fini criminali. Ha invitato la Commissione, nel contesto della valutazione sull’applicazione della direttiva sulla conservazione dei dati prevista per settembre 2010, a proporre soluzioni di carattere non legislativo e tecnico che possano aiutare i servizi e le autorità incaricate dell’applicazione della legge ad identificare gli utenti dei servizi di comunicazione elettronica. I risultati di tale valutazione contribuiranno quindi ad affrontare le preoccupazioni espresse dall’onorevole parlamentare.

 

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(1) http://www.europarl.europa.eu/QP-WEB/application/home.do?language=EN.
(2) COM(2007)267 finale.
(3) Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati (GU L 281 del 23.11.1995).
(4) Direttiva 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2002, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche) (GU L 201 del 31.7.2002).