MADE IN, MUSCARDINI: QUANTO DI SCORRETTO AVVIENE IN PAKISTAN DIMOSTRA L’URGENZA PER I CONSUMATORI E LE IMPRESE DI AVERE LA DENOMINAZIONE D’ORIGINE DEI PRODOTTI EXTRA – UE

“La
Commissione Europea non può presentare accordi di libero
scambio tra l’Unione Europea e i paesi terzi senza tenere conto delle ricadute
economiche nei paesi dell’Unione e senza accordi più chiari per il rispetto dei
diritti dei lavoratori e la tutela dell’infanzia nei paesi terzi” – ha detto
l’On. Cristiana Muscardini, Vicepresidente della Commissione per il Commercio
Internazionale al Parlamento Europeo, durante il convegno “Made in Pakistan:
schiavitù tessile” al quale ha partecipato il Presidente di Sistema Moda
Italia, Claudio Marenzi. “Il reportage sulla situazione dei bambini che
lavorano in schiavitù nei campi di cotone in Pakistan, del giornalista Stefano
Valentino, dimostra la necessità di immediati controlli sulle regole del GSP+
(sistema di preferenze generalizzate). L’esempio di quanto avviene in Pakistan,
anche per l’utilizzo scorretto dell’accordo da parte di alcune imprese europee,
dimostra, una volta di più, la necessità per i consumatori e le imprese europee
di avere la denominazione di origine per i prodotti che arrivano dai paesi
extra UE, e per questo l’approvazione, nella plenaria di Aprile del Regolamento
per la Sicurezza
dei Prodotti al Consumo, compreso l’Articolo 7, che riguarda la denominazione
di origine, è basilare per impegnare il Consiglio a dare il suo via libera,
nonostante la continua opposizione della Germania”-  ha proseguito l’On. Muscardini durante il
convegno al quale hanno partecipato l’On. Niccolò Rinaldi (Vicepresidente
Gruppo ALDE), Salvatore Parata (Terres des Hommes), Andreas Julin (Desk
Pakistan, DG Trade), alla presenza della televisione e di un rappresentante
dell’Ambasciata Pakistana.