LIBERTA’ VO CERCANDO

“Libertà vo cercando, che è sì cara come
sa chi per lei vita rifiuta”: nel Purgatorio di Dante sono queste le
parole che Virgilio rivolge a Catone Uticense.

Mai come in questo anno, che commemora
Dante Alighieri e che vede l’Italia, come gran parte del resto del mondo,
combattere ancora contro la pandemia, questa parole dovrebbero ricordare a
tutti che per difendere la propria libertà non si può mettere a rischio la
libertà e la salute degli altri. I nostri diritti individuali trovano confine
nel rispetto dei diritti altrui, della collettività. Chi dimentica questo, sia
che si tratti di un politico, di un giornalista, di una persona immagine o
di un semplice cittadino, si mette fuori da quell’ordine sociale che ha dato
vita, e tiene in vita, la democrazia. Tutte le polemiche e le proteste messe in
essere in questi giorni, in totale spregio di qualunque misura cautelare contro
il diffondersi del virus, dimostrano come intolleranza, ignoranza, disprezzo
degli altri e confusione mentale si stiano diffondendo in una società che
preferisce sposare acriticamente qualunque falsa notizia che appaia sulla rete
che tenere conto della realtà. Una realtà tragica che, in questi lunghissimi
mesi, ha visto morire 127.971 persone ed altre decine di migliaia a non essere
completamente guarite e ancora portatrici di patologie gravi ed invalidanti.
Una società che sembra accettare che battere la gran cassa dei propri personali
interessi sia consentito a prescindere dalle conseguenze che ci saranno e dove
l’intolleranza è alleata alla stupidità di chi, per non mettere la mascherina,
mette a rischio gli altri e se stesso, salvo poi pretendere di essere curato a
spese di tutti, in ospedale. La libertà individuale, se non si svolge
un’attività che porta a contatto con gli altri, dà diritto a non vaccinarsi, a
non mettere la mascherina, a non lavarsi le mani ma, in questo caso, il diritto
alla libertà di tutti gli altri deve imporre che chi non accetta le regole
comuni deve starsene a casa sua fino alla fine della pandemia, deve pagarsi le
spese sanitarie, se contrae il virus, deve rispondere, a termini di legge, se
ha infettato altri e procurato danni ai singoli o alla collettività.

Avvilisce che per alcuni il vaccinarsi o
meno sia diventato un elemento divisivo che porta a vere manifestazioni di
violenza, non solo verbale, e a posizioni pseudo politiche e pseudo culturali
che danneggiano una vita civile e relazionale corretta. Anche questi sono tra i
danni del covid. Tra i possibili scenari invece ottimisti quello che questa
pandemia possa portarci ad affrontare più preparati il futuro, partendo dalla
Medicina del territorio, dalla prevenzione ed organizzazione a monte, dal
controllo globale sulle ricerche scientifiche per evitare quelle scorrette e
pericolose, dallo scambio tempestivo di informazioni utili ad una maggior
serietà e consapevolezza di tutti coloro che, a vario titolo, si occupano della
cosa pubblica, dalla gestione delle reti all’informazione, dalla politica,
all’economia, alla cultura.