LIBERTA’ RELIGIOSA NELLA ZONA OCCUPATA A CIPRO

Nella zona occupata dai turchi a Cipro è stata negata la possibilità di celebrare la messa domenicale al vescovo Porfirio della Chiesa ortodossa ed al sacerdote Konstantinou. Anche al vescovo Cristoforo della penisola di Karpasia è stato vietato definitivamente l’ingresso nei territori occupati di Cipro. C’è chi sostiene che “ ridurre le libertà religiose dei cristiani tuttora residenti nei territori occupati da parte delle forze armate turche rientra nel disegno strategico di Ankara di completare la “pulizia etnica” iniziata nel 1974. Prima sono stati deportati gli abitanti, ora si tratta di cancellare ogni traccia di presenza cristiana e greca.” Sono centinaia i luoghi di culto cristiani e i monumenti archeologici saccheggiati, sconsacrati e sottoposti a vandalismi. Di fronte a queste interdizioni c’è il rischio – come ha denunciato il primate della Chiesa di Cipro, Arcivescovo Crisostomo II – di chiudere i sette chech points, cioè i punti di transito che permettono la circolazione attraverso la linea del cessate il fuoco a decine di migliaia di turco-ciprioti che per motivi di lavoro, per fare uso dell’assistenza medica gratuita o per ottenere documenti di viaggio in modo da poter espatriare, raggiungono i territori liberi di Cipro.


 


L’Alto Rappresentante


 


1.    È al corrente di questa deplorevole situazione?


2.    Fino a quando continuerà a sopportare l’interdizione della libertà religiosa su di un territorio dell’UE?


3.    Non ritiene preoccupante, anche ai fini della tutela del patrimonio artistico ed architettonico, che i saccheggi e le devastazioni continuino?


4.    Quale iniziativa intende intraprendere  presso la Turchia per la salvaguardia della libertà religiosa a Cipro e la tutela del suo patrimonio artistico-culturale?


 







Answer given by Mr Füle on behalf of the Commission


The Commission takes note of the incident of 13 March 2012 to which the Honourable Member refers.


The Commission regularly raises the issue of religion with the Turkish Cypriot community and will continue to take up this issue as appropriate, stressing the paramount importance of respecting the freedom of religion or belief.


The question of the Honourable Member once again underlines the need for a rapid comprehensive settlement in Cyprus, which would be an effective remedy to the issue raised. The Commission has repeatedly called on the leaders of both communities in Cyprus to grasp the opportunity of the ongoing talks to reach a comprehensive settlement.