DALLA TRAGEDIA DI MARINELLA COLOMBO ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ITALIANA

La magistratura svolge un ruolo fondamentale in un paese libero e democratico e in Italia centinaia di magistrati hanno fatto il loro dovere anche affrontando situazioni complesse e difficili e decine di loro hanno pagato con la vita il senso del dovere e la dedizione allo Stato italiano.


Proprio per il sacrificio e l’impegno di tanti non devono esserci ombre sul nostro sistema giudiziario e va affrontato in modo ineludibile il nodo di quella riforma che dovrebbe ridare certezza del diritto, celerità dei tempi processuali, garanzia per i cittadini e per gli organi giudicanti. La divisione delle carriere è uno dei nodi cruciali, ma occorre, nella società dell’Europa unita e della globalizzazione, ridisegnare anche l’autorità e le potestà dello Stato italiano rispetto agli altri paesi.


All’interno dell’Unione europea non è accettabile che il sistema giudiziario di un paese membro possa prevalere o comunque influenzare il sistema giudiziario di un altro paese: parliamo nello specifico della Germania e dell’Italia rispetto al Caso Colombo che citiamo come caso emblematico di tutte le volte che gli interessi di un  altro paese sono contrastanti con gli interessi legittimi dei cittadini italiani.


Proprio nel giorno della sentenza del Tribunale di Milano che la condanna Marinella Colombo per sottrazione internazionale di minori, la assolve dai reati di sequestro di persona e maltrattamenti, dispone una provvisionale a favore del padre per i danni subiti, sospende la potestà genitoriale, la condanna al pagamento di 70.000 euro di cui 50.000 suoi e 20.000 di sua madre, Erminia Tresoldi, più le spese per la costituzione di parte civile e ne disposizione la scarcerazione da oggi per scadenza dei termini in quanto la condanna a un anno e quattro mesi per sottrazione internazionale di minori è stata già scontata, vogliamo una volta di più ricordare come la Corte di Cassazione il 19 maggio 2009 annullò il decreto del Tribunale dei Minori di Milano del 10 dicembre 2008 che voleva che i due bambini fossero riportati in Germania come richiesto dal Tribunale tedesco e lo stesso Tribunale dei Minori, ignorando la sentenza della Cassazione, nel dicembre 2010 decretò, su ordine dello Jugendamt, il rimpatrio dei bambini, che già studiavano in una scuola a Milano.


Una democrazia si basa sulla distinzione tra i poteri dello Stato, delle istituzioni, sulla definizione di compiti e ruoli e sulla tempestività, trasparenza, oggettività con la quale ciascuno compie il proprio mandato.


Parte della partitocrazia ha tradito il suo compito ed anche una parte della magistratura non ha onorato l’impegno dei suoi migliori esponenti. Ma c’è anche il problema della sovranità dello Stato e del rispetto degli accordi internazionali.


La tragedia di Marinella Colombo e dei suoi bambini, insieme agli altri casi simili, diventi l’occasione per l’esame di coscienza della politica nel suo complesso, affinché la riforma della giustizia diventi un obiettivo a breve termine e non l’occasione per ricreare nuove faide tra i partiti o per difendere i soliti interessi personali di qualche potente e di qualche casta.


Il Governo abbia la forza di rispondere a questa esigenza ed urgenza di giustizia, le forze politiche si rigenerino in tempi brevi, la magistratura sia in prima persona capace di contribuire alla riforma del sistema Italia, perché la democrazia non è più sicura quando partiti e magistratura si intendono solo quando si tratta di mantenere l’immobilismo e perciò stesso di avvallare la non giustizia.