L’EURO E LA GERMANIA

L’eurozona è in ebollizione, l’euro è sotto attacco e perde valore, gli Stati afflitti dal debito pubblico sono colpiti da una crisi senza precedenti ed i sacrifici imposti ai loro cittadini incontrano forti reazioni tra le categorie colpite. I politici si interrogano: è colpa della crisi finanziaria, che ha scatenato quella economica, oppure il responsabile è l’euro che non è l’espressione di una politica economica comune e che non dipende da una banca centrale in grado di garantire la solvibilità delle banche della zona? Nel frattempo la Germania, con l’aiuto della Francia, impone agli Stati indebitati un regime di forte austerità, con tagli giganteschi ai bilanci e quindi sacrifici enormi e non sempre equi a certe categorie di cittadini. Nello stesso tempo però, mentre si cerca freneticamente di superare la crisi dell’eurozona, in Germania sono stati presentati recentemente degli scenari per “il dopo euro”, che contraddicono pubblicamente l’affermazione del governo che “non c’è alternativa all’euro”. Il primo scenario è stato presentato su “Der Spiegel” il 16 gennaio scorso da Wolfgang Reitzle, amministratore delegato di Linde, il principale produttore di gas industriali, ed il secondo, sulla “Neue Zuercher Zeitung” il 19 gennaio dall’economista Renate Ohr dell’Università di Goettingen. Il primo autore propone l’uscita dall’euro ed il ritorno ad un deutschmark rivalutato, mentre il secondo auspica “una svalutazione esterna dei paesi in deficit” attraverso un’uscita dall’unione monetaria, che non necessariamente significherebbe l’uscita anche dall’UE:


 


La Commissione  


 


1.    Ha un’opinione in merito a questi due scenari?


2.    Non ritiene che questa pubblica discussione sul dopo euro indebolisca la posizione ufficiale del governo tedesco e renda poco credibili e poco affidabili le proposte del cancelliere Merkel ?


Non pensa che questi scenari, se realizzati, porterebbero ad un aumento della disoccupazione e ad un aggravamento pesante dell’austerità per la popolazione?



E-000901/2012


Risposta di Olli Rehn


a nome della Commissione


(27.3.2012)


 


 


L’Unione europea non ha ancora superato questo periodo di forte crisi e diversi Stati membri devono fare fronte a sfide importanti. In particolare, tra alcuni paesi dell’area dell’euro si sono venuti a creare forti squilibri di bilancio e divari in materia di competitività.


 


Per reagire alla crisi straordinariamente complessa e profonda emersa in seguito a tali sviluppi si è resa necessaria l’adozione di una strategia decisa, globale e coordinata, che le istituzioni europee e gli Stati membri hanno messo a punto in stretta collaborazione. Il pacchetto rafforzato sulla governance (six pack, fiscal compact) e il giro di vite sulla sorveglianza nel quadro del semestre europeo nonché l’introduzione di meccanismi finanziari di protezione (EFSF[1], EFSM[2] e ESM[3]) e di programmi di assistenza finanziaria a favore di singoli Stati membri sono iniziative fondamentali per superare la crisi e prevenire che tali situazioni si ripresentino in futuro.


 


Alla luce di quanto esposto, la Commissione ribadisce il proprio impegno incondizionato a favore dell’euro come valuta dell’Unione economica e monetaria e non intende esprimersi in merito ad eventuali scenari alternativi, né ha analizzato le conseguenze di scenari analoghi a quelli esposti dall’onorevole parlamentare. In questo contesto la Commissione non intende infine pronunciarsi in merito a questioni di politica interna relative alla Germania.






[1]     European Financial Stability Facility (sistema europeo delle autorità di vigilanza finanziaria).



[2]     European Financial Stabilisation Mechanism (meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria).



[3]     European Stability Mechanism (meccanismo europeo di stabilità).