INACCETTABILI PRESSIONI SULL’ISPRA PER CONDIZIONARE I PARERI TECNICI SULL’APPLICAZIONE DELLE DEROGHE PREVISTE DALLA DIRETTIVA UCCELLI 2009/147/CE

Andrea Zanoni (ALDE), Vittorio Prodi (S&D) e Cristiana Muscardini (PPE)



Nei confronti dell’Italia sono già state emesse quattro condanne da parte della Corte di giustizia per le modalità con cui vengono effettuati i prelievi in deroga ai sensi della direttiva uccelli 2009/147/CE ed è verosimile che una nuova procedura d’infrazione sia ormai imminente a seguito del caso EU Pilot 1611/10/ENVI, riguardante la cattura con reti di uccelli usati come richiami vivi per la caccia.


La Commissione, come precisato nella sua lettera del 3 ottobre 2011 indirizzata alla FIdC (Federazione italiana della caccia), per superare questo contenzioso ha invitato le regioni italiane a “seguire i pareri ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), al fine di evitare possibili problemi nell’applicazione della direttiva uccelli”, riconoscendo a questo Istituto “un ruolo fondamentale al fine di assicurare in tutto il territorio italiano, un’attuazione coerente e fondata su solide basi scientifiche della direttiva uccelli”.


A seguito di questo esplicito invito però, stando a quanto denunciato dalle più importanti associazioni di protezione degli animali italiane come WWF e LAV, l’ISPRA è stato sottoposto a fortissime pressioni affinché cambiasse orientamento e assumesse un atteggiamento possibilista circa le scelte compiute dalle amministrazioni regionali in materia di caccia. Purtroppo, tali pressioni oltre a concretizzarsi in una serie di attacchi mediatici e politici volti a denigrare l’operato dell’Istituto, sembra abbiano ottenuto i primi risultati. In effetti, ad oggi per la prima volta, benché richiesti, non sono stati espressi i pareri per le deroghe relative alla cattura di uccelli con le reti, messe in atto dalle regioni Lombardia e Emilia Romagna, come invece previsto dalla legge italiana 157/92 che affida all’ISPRA il compito di fornire alle amministrazioni nazionali, regionali e provinciali le necessarie valutazioni scientifiche in ottemperanza all’art. 9 della direttiva 2009/147/CE, relativo alle deroghe. Inoltre preoccupa la coincidenza degli attacchi all’ISPRA con il cambiamento dell’organizzazione interna dell’attività di consulenza in questa materia.


È la Commissione a conoscenza dei gravissimi fatti esposti che minano la corretta applicazione delle deroghe alla citata direttiva?


Intende chiedere chiarimenti alle autorità regionali italiane in merito a quanto sta accadendo in ISPRA affinché nel futuro i fondamentali pareri tecnico/scientifici espressi da questo Istituto rimangano improntati al rigore, alla serietà e all’indipendenza che sino ad ora hanno caratterizzato il suo operato?




E-011510/2011


Risposta di Janez Potočnik


a nome della Commissione


(30.1.2012)


 


 


Come affermato nella lettera del 3 ottobre 2011, inviata dai servizi della Commissione alla FIdC (Federazione Italiana della Caccia), è essenziale che le autorità competenti degli Stati membri garantiscano un’applicazione coerente e su basi scientifiche solide della direttiva Uccelli in tutto il proprio territorio nazionale. Dal momento che le autorità italiane risultano avere conferito all’istituto italiano denominato ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) un ruolo fondamentale nel conseguimento di tale obiettivo, la Commissione ritiene, senza pregiudizio della propria valutazione, che i pareri emessi dall’Istituto debbano essere tenuti in debito conto dalle autorità italiane che concedono prelievi venatori in deroga ai sensi dell’articolo 9 della direttiva Uccelli. Il quadro normativo dell’UE dà agli Stati membri la libertà di stabilire e affidare determinate competenze alle autorità che coadiuvano il governo nell’applicazione delle disposizioni unionali suddette.


Nel contesto delle sue azioni di esecuzione (procedimenti d’infrazione 2004/4242, 2004/4926, 2006/2131, 2011/2205 e il recente caso EU Pilot a cui fanno riferimento gli onorevoli parlamentari), la Commissione continuerà a verificare che le autorità italiane competenti garantiscano un’applicazione coerente e su basi scientifiche solide della direttiva Uccelli in tutto il proprio territorio nazionale.