PUBBLICHIAMO LA LETTERA A SARKOZY, SULLA SITUAZIONE IN SOMALIA . . . ALTRE SULLO STESSO ARGOMENTO SONO STATE INVIATE A BARROSO, BERLUSCONI E FRATTINI

 Egregio On. Nicolas SARKOZY

Presidente dell’Unione europea

Palazzo dell’Eliseo 

F-75008 PARIGI

Bruxelles, 1 ottobre 2008 

Caro Presidente, 

mi arrivano notizie dalla Somalia secondo le quali le stesse cellule terroristiche che hanno distrutto la cattedrale e che profanarono il cimitero italiano di Mogadiscio ieri hanno fatto esplodere la bellissima cattedrale di Kisimayo. Quest’ultima dal 1991 ospitava moltissime famiglie di profughi somali. 

Tra pochi giorni a Nairobi, su invito dell’IGAD, il Parlamento, il Presidente e il Primo Ministro somali incontreranno i rappresentanti delle organizzazioni islamiche moderate alla presenza dei ministri degli esteri dei Paesi IGAD, dell’ONU e di diversi esponenti della comunità internazionale. 

La situazione a Mogadiscio e nel resto della Somalia è tragica e mi chiedo se sia il caso di continuare a promuovere il dialogo con quelle fazioni estreme e incontrollate del terrorismo presenti nel territorio somalo che da qualche giorno prendono di mira aerei civili ( che per lo più trasportano aiuti umanitari), che minacciano di morte i medici ed il personale paramedico di Mogadiscio nel caso prestino assistenza sanitaria al personale dell’attuale governo ed ai loro famigliari nonché a tutti coloro che vi si riconoscono. 

Il Governo somalo è riuscito in questi ultimi mesi a dividere le fazioni terroristiche e ad incardinare un dialogo con la parte moderata dell’islam locale e, notizia di pochi giorni fa, è riuscito, grazie all’efficace utilizzo di unità speciali dell'”inesistente” esercito somalo a catturare il comandante di una cellula di Al Shabab specializzata nell’eliminazione di religiosi moderati, intellettuali, giornalisti scomodi, personale del governo. 

Questa situazione mi ricorda un po’ quella esistente in Afghanistan nel 2001, prima dell’attentato al WTC di New York, quando il Comandante Massoud chiedeva aiuto a tutta la comunità internazionale denunciando un pericolo e una grave minaccia per il mondo che si è poi tramutata in tragica realtà. Non solo aiuti umanitari e denaro ma armi per fronteggiare i talebani, allora al potere. Questo chiedeva Massoud. Non fu ascoltato!! 

In Somalia esiste una situazione simile, con campi di addestramento dei terroristi legati ad Al Qaeda che non possono essere in alcun modo colpiti per mancanza di mezzi e di armi. Non si può pensare che gli aiuti umanitari siano da soli sufficienti per ristabilire la pace e per dare il via allo sviluppo economico della Somalia. Per fare questo è necessario dare all’attuale e legittimo governo somalo gli strumenti necessari per controllare al meglio il territorio e per portare l’ordine e la sicurezza in regioni dove regna l’anarchia e il terrorismo.Basta perdere tempo a cercare un dialogo con gli estremisti i quali hanno l’unico obiettivo di colpire i moderati e di fare della Somalia uno Stato base per il terrorismo internazionale. 

L’Europa ha la possibilità di ribadire ancora di più, dopo il successo diplomatico nella delicata questione georgiana, il suo ruolo di protagonista dello scacchiere internazionale e deve avere il coraggio di intraprendere una politica di aiuti che sia supportata da interventi mirati ad aiutare i governi africani e, in particolare quello somalo, ad utilizzarli al meglio garantendo sicurezza per le popolazioni e prevenendo i pericoli che derivano dal terrorismo.   

Dopo la Sua lodevole iniziativa per combattere i pirati del mare (basati per lo più nel Puntland somalo) è necessario iniziare a mettere in atto politiche di intervento a sostegno del governo somalo che attualmente è inerme di fronte alle minacce che provengono dal fondamentalismo islamico e dal terrorismo internazionale. 

In attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgo i miei più cordiali saluti

                                                                   Cristiana Muscardini