Le previsioni strategiche e la realtà

Nel gennaio del 2005 la Commissione ha presentato la strategia per il 2010, proponendo un partenariato per il raggiungimento di tre obiettivi prioritari: la prosperità, la solidarietà e la sicurezza. Presente in aula c’era anche il presidente in carica del Consiglio e tutti i gruppi politici, sia pure con sfumature diverse, hanno considerato gli obiettivi come un traguardo indispensabile per il futuro dell’Europa. Dopo il mancato raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, lanciati nel 2000, le prospettive indicate dalla Commissione sembravano a portata di mano ed aprivano i cuori alla speranza, nonostante le difficoltà che già si avvertivano in alcuni settori produttivi, a causa delle concorrenza, non sempre leale, di alcuni paesi asiatici. A distanza di cinque anni dal lancio di quelle proposte e nell’anno in cui dovremmo raccogliere i frutti lasciati desiderare allora, 

  1. come valuta, la Commissione, il percorso compiuto?
  2. In altri termini, considera che gli obiettivi indicati sono stati raggiunti? In quali settori?
  3. In caso negativo, a quali cause imputa il loro non raggiungimento?
  4. E’ in grado di fornire un’analisi degli impedimenti reali e/o politici che non hanno permesso di raggiungere il traguardo indicato?
  5. Dopo l’esperienza di molti piani quinquennali non riusciti, anche se sperimentati in regimi diversi da quello che regge le democrazie occidentali, crede ancora nella programmazione centralizzata, o non piuttosto sullo studio delle realtà dei nostri paesi e sul sostegno ai loro programmi di ricerca e d’innovazione per migliorare le loro economie interne e per rendere idonee a competere con successo nel mercato globale?