LE PARI OPPORTUNITA’ NEL MANAGEMENT DELLE IMPRESE

I dati relativi all’Italia non sono confortanti. La soglia cui si deve tendere secondo il progetto di legge in discussione al Parlamento è il 30 per cento di donne che dovrebbero essere presenti nei consigli di amministrazione (cda). In realtà nelle imprese italiane con oltre 200 milioni di fatturato, solo il 36% ha almeno una donna nel cda e solo il 7,8% ha una presenza di donne che supera il 30%.  Complessivamente soltanto un quarto delle imprese italiane ha un cda al 30% femminile. Le motivazioni di questa situazione insoddisfacente sono molteplici, ma nonostante molte “buone pratiche” in diverse imprese, il progresso è lento e difficile da perseguire.


 


La Commissione


 


1.    ha dati relativi alla media delle presenza femminile europea nei CdA delle imprese?


2.    Quali sono gli Stati con le percentuali più avanzate?


3.    E in grado di fornirci informazioni sulle ragioni che hanno permesso l’avanzamento della presenza femminile in questi Stati?


4.    Quali iniziative potrebbe proporre per giungere a risultati più soddisfacenti, tanto nell’ambito delle politiche di pari opportunità, quanto in quelle complementari della socialità, dell’educazione e della formazione?


condivide l’idea che raggiungere la parità, più che elaborare strumenti di sostegno solo per le donne, valga la pena di portare gli uomini al centro delle dinamiche familiari?



E-005953/2011


Risposta di Viviane Reding


a nome della Commissione


(8.8.2011)


 


 


1. e 2: La Commissione cura una banca dati su donne e uomini nel processo decisionale[1] che fornisce informazioni sulla presenza maschile e femminile nelle alte sfere decisionali, anche per quanto riguarda i consigli di amministrazione delle maggiori società quotate.


 


3. Alcuni paesi che realizzano oggi i migliori risultati attuano da diversi anni una politica di pari opportunità per promuovere la partecipazione femminile ai vari gradi di istruzione e formazione, la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro e la riconciliazione tra lavoro, vita privata e familiare, tanto per le donne che per gli uomini. Svolgono inoltre un ruolo positivo anche i codici di governance societario volti a promuovere la diversità nei Cda. In altri paesi con buoni risultati, la maggiore partecipazione delle donne nei consigli di amministrazione non è tanto ascrivibile a misure che promuovono la partecipazione femminile nelle posizioni decisionali quanto al fatto che le donne hanno una lunga tradizione lavorativa. Per ulteriori approfondimenti si rimanda ad alcune pubblicazioni della Commissione[2].


 


4. La strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini (2010-2015)[3] mira a promuovere l’uguaglianza nel processo decisionale, la pari indipendenza economica e la parità delle retribuzioni per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. Nell’ambito di queste priorità la Commissione si è impegnata a varare diverse azioni che favoriscono la partecipazione alle donne a funzioni manageriali.


 


Lo scorso marzo la vicepresidente Viviane Reding ha esortato le società quotate in borsa a sottoscrivere l'”impegno formale per più donne alla guida delle imprese europee”[4] e a mettere a punto iniziative di autoregolamentazione per aumentare la presenza femminile nei posti di comando, affinché la quota di donne nei Cda raggiunga il 30% entro il 2015 e il 40% entro il 2020. La Commissione segue attentamente i progressi realizzati. Se l’autoregolamentazione non produrrà sufficienti progressi, l’anno prossimo la Commissione intende valutare le diverse possibilità di misure mirate ad aumentare le quote rosa ai vertici decisionali.


 


5. La Commissione sottoscrive in pieno l’affermazione dell’onorevole parlamentare e promuovere questo approccio nelle proprie politiche per l’uguaglianza di genere.


 


 


 








[1]     http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/gender-decision-making/database/index_en.htm



[2]     http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/document/index_en.htm#h2-5; http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/gender-decision-making/index_en.htm



[3]     http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/document/index_en.htm



[4]     http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/reding/pdf/news/boardroom_pledge_final_it.pdf