LE ADOZIONI INTERNAZIONALI

Nel 2012 vi è stato un crollo di oltre
il 20 per cento delle adozioni internazionali in Italia, di fronte ai 4.022
casi del 2011. Alcuni affermano che la crisi ha colpito anche questo settore.
In realtà, tuttavia, la cause principali di questo calo sembrano essere le lungaggini
imposte dalla burocrazia ed i costi dell’operazione, che arrivano fino a 30
mila euro per completare l’intera procedura, tanto che alcuni istituti di
credito, tra cui BNL-Paribas e Credito cooperativo hanno messo a punto
finanziamenti specifici, anche a tassi agevolati. Per completare l’iter
dell’adozione occorrono in media 2-3 anni, ma frequentemente si arriva anche a
cinque. Per migliorare la situazione alcuni propongono una riforma della legge
sulle adozioni internazionali, risalente a trent’anni fa, con una serie di
revisioni che ridurrebbero i tempi e sottrarrebbero spazio alle varie
burocrazie. Gli enti autorizzati a trattare le adozioni sembrano troppi (66 in Italia, 30 in Francia, 16 in Germania, ecc.), con
regole diverse da Paese a Paese. La molteplicità va a scapito della semplicità
e dell’efficienza, con costi alti e tempi lunghi.

 

La Commissione

 

1. non ha mai valutato la possibilità
di armonizzare nell’UE il diritto di famiglia per quanto riguarda in
particolare la questione delle adozioni all’interno dei Paesi dell’Unione?

2. 
Non ritiene possibile definire regole per una “adozione europea” tra gli
Stati membri, valida anche per le adozioni da Paesi al di fuori dei confini
dell’Unione?

3. 
Per rendere valida un’adozione europea è necessaria la modifica dei
trattati?

4.  Ha una
sua opinione in  merito all’insieme di
questo problema delle adozioni, che ora sono chiamate internazionali anche se
si tratta di adozioni tra gli stessi Paesi appartenenti all’Unione?

IT

E-000261/2013

Risposta di Viviane Reding

a nome della Commissione

(22.2.2013)

 

 

Nel 2007 la Commissione ha
condotto uno studio comparativo relativo alle procedure di adozione tra gli
Stati membri dell’UE, alle difficoltà pratiche rilevate in quest’ambito dai
cittadini europei e alle soluzioni possibili per risolvere questi problemi e
tutelare i diritti dei minori[1]. Nel
2009 il Parlamento europeo ha effettuato uno studio simile.

 

Entrambi gli
studi sono stati discussi in occasione di un convegno congiunto organizzato con
il Consiglio d’Europa, intitolato “Challenges
in Adoption Procedures in Europe: ensuring the best interests of the child

(‘Le sfide delle procedure d’adozione in Europa: garantire il reale interesse
del bambino’), svoltosi a Strasburgo il 30 novembre e il 1° dicembre 2009.

 

La Commissione sottolinea che attualmente le adozioni tra Stati membri sono
considerate adozioni internazionali e sono regolate dalla Convenzione dell’Aia
del 29 maggio 1993 sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia
di adozione internazionale. Tutti gli Stati
membri hanno aderito a questa convenzione e quindi al momento non sono
necessarie ulteriori misure.



[1]     http://ec.europa.eu/civiljustice/publications/publications_en.htm