LA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC) DOPO LA CRISI

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002362/2011


alla Commissione


Articolo 117 del regolamento


Cristiana Muscardini (PPE)


Oggetto:      La politica agricola comune (PAC) dopo la crisi


Le tensioni che dopo la crisi del 2007-2008 si stanno nuovamente abbattendo sulle quotazioni internazionali delle commodity alimentari preoccupano non solo i governi, ma anche gli stessi cittadini che temono l’aumento dei prezzi. Il fenomeno è sintomatico di equilibri domanda-offerta troppo spesso precari e volatili, con scarsi margini di scorta e di compensazione. Situazioni come quella descritta innescano fenomeni speculativi, con dolorose ricadute e gravi disagi socio-economici nei paesi più poveri. In un’economia globalizzata, tuttavia, simili tensioni investono tutti i mercati, compreso quello europeo, e impongono alla PAC del futuro di assicurare i più alti livelli di produttività e di competitività all’agricoltura e a tutta la filiera agro-alimentare europea, anche valorizzando le peculiarità territoriali e riscattando il sistema, per quanto possibile, da situazioni di eccessiva dipendenza dagli operatori internazionali. È pertanto opportuno confermare il bilancio destinato all’agricoltura nel suo complesso e mantenere sostanzialmente invariata la sua attuale distribuzione tra Stati membri.


1.    Conviene la Commissione sulla necessità di ripartire dalla centralità del territorio, dall’economia reale (caratterizzata da produzioni, beni e servizi certi, misurabili nonché frutto di lavoro, di ricerca e di impegno), dalla riscoperta del diritto di cittadinanza della capacità imprenditoriale e dal prodotto?


2.    Non ritiene che gli obiettivi della PAC debbano essere adeguati alle nuove esigenze delle imprese, dei consumatori e dei cittadini europei, valorizzando il ruolo degli agricoltori e degli operatori della filiera agroalimentare in quanto produttori di alimenti e di ricchezza per l’UE?


3.    Non pensa che la PAC debba porre al centro delle sue finalità le imprese agricole e agroalimentari, la valorizzazione dell’economia reale, la promozione dell’innovazione e del ricambio generazionale e l’incentivazione della produzione alimentare, anche facendo leva sul valore aggiunto dei territori?


4.    Non crede che la politica di sviluppo rurale – finanziata attraverso una gestione coordinata di tutti i fondi europei, compreso il FEARS – debba rappresentare il principale strumento per il raggiungimento dei summenzionati obiettivi?


5.    Alla luce delle motivazioni sopraesposte, conviene la Commissione sull’opportunità di mantenere il bilancio attuale?


 



Risposta di Dacian Cioloș


a nome della Commissione


(20.4.2011)


 


La comunicazione della Commissione dal titolo “La PAC verso il 2020” riafferma l’estrema importanza delle aree e delle regioni rurali e sottolinea la crescente importanza della politica di sviluppo rurale come strumento strategico per rafforzare la sostenibilità del settore agricolo e delle aree rurali dell’UE sotto il profilo economico, ambientale e sociale.


 


Rispondendo alle esigenze dei cittadini dell’UE e riconoscendo l’importanza dei servizi forniti loro dagli agricoltori, la Commissione intende migliorare la posizione di questi ultimi nella catena di approvvigionamento alimentare promuovendo misure che miglioreranno le prospettive generali di lungo termine del settore agricolo.


 


Affrontare le necessità specifiche dei nuovi e dei giovani agricoltori è una delle priorità della futura PAC. Sarebbe tuttavia opportuno osservare che la PAC, ai sensi del regolamento (CE) n. 1689/2005[1] sullo sviluppo rurale, comprende già misure specificamente destinate ai giovani agricoltori. L’obiettivo di queste misure consiste nell’agevolare sia l’insediamento iniziale dei giovani agricoltori sia l’adattamento strutturale della loro azienda dopo il primo insediamento. In questo senso è previsto un ampio ventaglio di altre misure intese a venire incontro ai bisogni dei giovani agricoltori, quali ad esempio azioni di formazione professionale e di informazione, servizi di consulenza ecc.


 


Quanto alla promozione dell’innovazione, si osserva che la comunicazione tratta l’innovazione come uno dei temi guida che, in futuro, dovrebbero orientare la politica di sviluppo rurale. Inoltre, l’innovazione (insieme alla ricerca) svolge già un ruolo importante nella PAC: nel quadro della strategia UE 2020 sono infatti previsti partenariati europei per l’innovazione che mirano ad accelerare lo sviluppo e l’impiego delle tecnologie necessarie per far fronte alla pressanti sfide che interessano la società, molte delle quali strettamente pertinenti all’agricoltura.


 


La maggior parte degli obiettivi di cui sopra è stata realizzata nel quadro del secondo pilastro della PAC e riteniamo che questa sia la strada da continuare a percorrere in futuro. La sussidiarietà delle misure rese disponibili nel quadro dello sviluppo rurale offre agli Stati membri una flessibilità tale da metterli in grado di scegliere le misure che corrispondono e rispondono al meglio ai loro bisogni e specificità.


 


Per quanto riguarda il bilancio, infine, è chiaro che affinché la PAC possa rispondere efficacemente alle aspettative dei cittadini dell’UE e alle sfide che la attendono, saranno necessarie adeguate risorse finanziarie.








[1]     Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), GU L 277 del 21.10.2005.