LA PIRATERIA MARITTIMA

La pirateria marittima sta diffondendosi sempre più
anche in Africa occidentale e segnatamente nel Golfo di Guinea;  l’assenza di una cornice giuridica certa sulla
tutela degli Stati alle proprie navi, dovuta anche al recente rifiuto del
segretario generale delle Nazioni Unite di prendere posizione sul caso dei marò
italiani, costringe intanto armatori, spedizionieri, assicuratori a far da sé,
con contractors privati. Ma rispetto
a questi ultimi, vari Stati africani del Golfo di Guinea hanno posizioni divergenti.

           

La Commissione

1.     
E’ consapevole dell’escalation dell’attività piratesca in
corso nelle acque del Golfo di Guinea?

2.     
E’ a conoscenza del contratto Guardcon, messo a punto nel
2012 dall’associazione Bimco che raggruppa i soggetti coinvolti nel commercio
via mare, in base al quale il riconoscimento di una copertura assicurativa
delle navi viene spesso subordinato al ricorso a private military security companies, che reclutino personale per la
sorveglianza sulle navi?

3.     
E’ a conoscenza del fatto che numerosi Stati del Golfo di
Guinea richiedono che il personale di guardia sulle navi abbia un passaporto
emesso da quegli Stati, pena l’invalidità del contratto Guardcon e di ogni
copertura assicurativa, come riconosciuto dalla stessa Bimco?

4.     
Non ritiene ricadere nei propri doveri e competenze
promuovere presso gli organismi internazionali competenti la codificazione di
una disciplina uniforme, che non abbia natura meramente privatistica come
quella promossa in sede Bimco, circa i requisiti di reclutamento di contractors privati e le regole di
ingaggio che questi devono seguire sulle navi?

5.     
Non ritiene altresì che la sostanziale anarchia in cui la
vicenda dei marò ha lasciato la tutela dei traffici marittimi,  sia un profilo sotto il quale l’Unione
europea ha la competenza e il dovere di sollevare il caso degli stessi marò,
cittadini europei, in ogni sede internazionale adeguata?


IT

E-002731/2014

Risposta di Siim Kallas

a nome della Commissione

(10.4.2014)

 

 

La Commissione è al corrente dell’escalation
degli incidenti nel Golfo di Guinea (oltre 50 casi segnalati nel 2013). Gli
attacchi contro le navi nel Golfo di Guinea si verificano prevalentemente nelle
acque territoriali degli Stati limitrofi, nel qual caso vengono definiti “rapine
a mano armata in mare” (armed robbery at sea – ARAS). In questi casi, gli
Stati possono esercitare pienamente la propria sovranità e sono legalmente
autorizzati a vietare il ricorso a società private di sicurezza marittima
a bordo delle navi commerciali. Il 17 marzo 2014 l’UE ha adottato una
strategia relativa al Golfo di Guinea volta a sostenere gli sforzi prodigati
nella regione e nei suoi Stati costieri per affrontare le numerose cause dell’insicurezza
marittima, tra cui la pirateria e le ARAS.

Per quanto riguarda la pirateria, la Commissione è a
conoscenza di GUARDCON, un’iniziativa che vede coinvolti determinati interessi
nel settore marittimo.

La Commissione è favorevole all’elaborazione
della norma ISO 28 007, che dovrebbe porre le basi per qualsiasi prestazione
continuata di servizi da parte di società private di sicurezza marittima
a vantaggio del settore dei trasporti marittimi. La Commissione ritiene
che questo debba essere il primo passo verso l’elaborazione di uno strumento
giuridico internazionale che copra tutte le situazioni di questo tipo in mare,
vale a dire la pirateria e le ARAS.