LA MATTANZA DEGLI ELEFANTI

Nel
giugno scorso si è riunito a Ginevra il comitato permanente della Convenzione
sul commercio internazionale delle specie minacciate, vale a dire l’accordo
internazionale in base al quale fu messa al bando la compravendita mondiale
dell’avorio. All’o.d.g. figurava un rapporto intitolato “Salvaguardia degli
elefanti, uccisioni illegali e commercio dell’avorio” dal quale emergono dati
catastrofici: 8.575 elefanti uccisi tra il 2002 e il 2011 in 27 diversi Paesi,
1.408 nel solo 2011, con l’intercettazione in operazioni di polizia di 24,3
tonnellate di avorio. La rete del traffico illegale di avorio avvolge l’intero
continente africano e il prezzo dell’avorio sul mercato clandestino non fa che
aumentare, passando da 120 a
280 euro al chilo tra il 2002 e il 2004. Ora ha raggiunto la soglia dei 600
euro. La domanda, ora concentrata in Cina, seguita dalla Tailandia, cresce
senza posa e l’offerta non ce la fa a starle dietro. E’questo un effetto
paradossale della messa al bando del commercio dell’avorio che risale al 1989.
Corruzione e inadeguatezza del sistema giudiziario dei Paesi coinvolti
contribuiscono al disastro. Di fronte a questa mattanza, che presumibilmente è
destinata ad aumentare,

 

la
Commissione

 

1.    Ha
la possibilità di intervenire per combattere questa funesta tendenza?

2.    Non
crede che la presenza controllata di questi animali contribuisca ad un
equilibrio ecologico ambientale assolutamente necessario anche per le
popolazioni che vivono in quei territori?

3.    Non
ritiene che un’azione concertata anche con le Nazioni Unite, oltre che con i
governi interessati, per la lotta alla criminalità internazionale responsabile
del mercato clandestino dell’avorio, e quindi della mattanza in corso, possa
dare frutti migliori rispetti a quelli ottenuti fino ad ora?

4.    Non
ritiene opportuno condizionare gli eventuali accordi commerciali con i Paesi in
cui si verificano queste stragi ai risultati della loro lotta alla mattanza e
al mercato clandestino dell’avorio?

Ha dati relativi all’eventuale mercato dell’avorio
nell’Unione europea?