Le informazioni che continuano a giungerci dalla Somalia centro-meridionale sono sempre più preoccupanti. Alle atroci sofferenze della popolazione civile ad opera degli scontri tra gli Islamisti, in particolare Al Shabab e Hizbul Islam, e le forze governative appoggiate dai caschi verdi delle forze di pace africane AMISOM, si aggiungono crescenti scandali e una preoccupante corruzione da parte di alti esponenti del Governo federale di transizione somalo. Il Rapporto S/2010/91 del Gruppo di monitoraggio dell’ONU, presentato al Consiglio di sicurezza il 10 marzo 2010, fa riferimento esplicito alla totale inefficienza e alla dilagante corruzione da parte di alti esponenti del Governo federale di transizione, sia nei settori nevralgici della sicurezza che nell’amministrazione degli affari riguardanti i rapporti internazionali. Lo scandalo dei visti di ingresso nei paesi europei che sono stati ceduti in cambio di denaro a emigranti somali da parte di Ministri e Ambasciatori somali, incluso l’Ambasciatore accreditato a Roma e Bruxelles, è di una gravità inaudita. Il contenuto dell’articolo pubblicato di recente su un noto quotidiano in lingua araba e ripreso da molti siti somali, che riferisce di uno scandalo politico e finanziario, consumato al più alto livello del Governo federale di transizione, circa il recupero dei fondi dello Stato somalo custoditi all’estero senza il discriminante consenso delle competenti istituzioni somale, desta grave preoccupazione. Si registra altresì con particolare sconcerto la decisione di chiudere circa una decina di Ambasciate somale, per lo più in Europa, annunciata pubblicamente di recente dal Ministro degli Esteri a causa di una presunta mancanza di fondi.
Il Consiglio
1 . Cosa intende proporre ora per evitare che la Somalia sia perduta per sempre e abbandonata a un destino ineluttabile?
2 . Ritiene di dover riconoscere la decentralizzazione politica e sociale della Somalia avvenuta a seguito della guerra civile?
3 . Ritiene necessario dover governare tale decentralizzazione evitando di concentrare gli aiuti solo su Mogadiscio?
Risposta dell’Alto Rappresentante/Vicepresidente Catherine Ashton
a nome della Commissione
(26.4.2011)
L’UE segue costantemente la situazione in Somalia. Insieme ai suoi partner internazionali e regionali, l’UE sostiene attivamente l’accordo di pace di Gibuti, che rimane il quadro per la costruzione della pace e la stabilità in Somalia. La recente decisione unilaterale del Parlamento federale di transizione somalo di prorogare il suo mandato per tre anni è stata fortemente condannata dalla comunità internazionale, compreso l’Alto Rappresentante dell’UE/Vicepresidente Catherine Ashton. Le iniziative attuali si concentrano sulla definizione di un’agenda concordata per la riforma delle istituzioni federali di transizione sulla base di parametri chiari. Difatti, l’UE ritiene che il periodo di transizione fra la struttura istituzionale somala attuale e quella dopo la riforma debba essere quanto più breve possibile e utilizzato per finalizzare il processo costituzionale, far avanzare la riconciliazione, ristabilire la sicurezza e sviluppare livelli minimi di governance onde consentire la fornitura dei servizi di base alla popolazione somala e una gestione più trasparente delle entrate statali.
In questo contesto, l’unità operativa per la Somalia della delegazione dell’UE a Nairobi svolge un ruolo importante assicurando relazioni e consultazioni costanti con il Governo federale di transizione, le autorità locali e le amministrazioni regionali, quali Somaliland e Puntland. Il 21 marzo 2011 il Consiglio “Affari esteri” dell’UE ha affrontato la questione somala e ha adottato conclusioni in proposito. In seno al gruppo dei donatori a favore della Somalia, presieduto dalla Commissione e dalla Svezia, ha luogo un dialogo costante con i ministeri del Governo federale di transizione. In funzione delle condizioni di sicurezza, missioni ad-hoc dell’UE si svolgono anche in loco. La riapertura dell’ambasciata somala a Bruxelles nel 2010, grazie al sostegno fornito dall’UE attraverso l’UNOPS (l’ufficio di servizi ai progetti delle Nazioni Unite), è stato un altro importante gesto volto a intensificare le relazioni fra UE e Somalia.
Negli ultimi anni l’UE ha sviluppato un’impostazione strategica globale per affrontare le molteplici sfide della Somalia, nell’ambito del suo impegno per migliorare la vita, la dignità e la sicurezza della popolazione somala. In particolare, la Commissione sostiene da tempo lo sviluppo di servizi d’istruzione sostenibili e adeguati in tutta la Somalia. Diventata uno dei pilastri del sostegno strategico comune offerto alla popolazione somala, la fornitura di servizi d’istruzione ha acquistato un’importanza notevole. L’attuale sostegno al settore dell’istruzione a titolo del 10° Fondo europeo di sviluppo ammonta a 55 milioni di euro, a cui va aggiunto il contributo di altri strumenti dell’UE (ad esempio mediante il programma “Investire nelle persone” o le opportunità del programma Erasmus Mundus).