LA CRISI DELL’INDUSTRIA METALMECCANICA

Ridurre
le imposte che gravano sul costo del lavoro, senza toccare gli stipendi netti;
rendere più chiare le norme fiscali che regolano le transazioni che i gruppi
industriali compiono a livello internazionale; introdurre un sistema di
detrazioni che renda più vantaggioso gli investimenti nella ricerca. Sono
questi gli interventi che un economista universitario suggerisce nell’immediato
per evitare il crollo dell’industria metal meccanica italiana, in particolare
quella del bianco nel settore delle lavatrici. La Candy, ad esempio, vende nel
Nord Europa modelli fatti in Cina, non a Brugherio in Brianza, perché quelli
cinesi costano 20 euro di meno l’uno. Di fronte alla rarefazione dei mercati in
Europa, all’elevato costo del lavoro a carico delle imprese, anche per ragioni
fiscali, produrre in Europa diventa sempre più difficile. La conseguenza è la
dislocazione verso aree meno costose e la moltiplicazione degli esuberi di
personale, con l’aumento della disoccupazione e l’impoverimento dell’economia
locale. Il fenomeno dello spread, tra l’altro, se rimarrà elevato, contribuirà
a far mancare alle imprese le risorse finanziarie necessarie per gli
investimenti innovativi.

 

La Commissione

 

1.    condivide
i tre interventi proposti dall’economista citato?

2.    Come
conciliare tuttavia le rigide imposizioni comunitarie a tutela dell’euro per i
Paesi con forte debito pubblico, con gli interventi proposti che allevierebbero
le conseguenze della crisi?

3.    In
altri termini, quali proposte suggerisce per conciliare appunto la rigidità
dell’austerità con la necessità della ripresa e dello sviluppo?

Non crede che se non ripartirà la domanda il solo
traguardo possibile sarà la decrescita?

IT

E-004625/2013

Risposta di
Antonio Tajani

a nome della
Commissione

(11.7.2013)

 

 

La Commissione ha indicato nella sua analisi annuale della crescita per
l’anno 2013 che i regimi fiscali dovrebbero essere più efficaci, più equi e
meno pregiudizievoli per la crescita.

 

Gli incentivi fiscali sono molto diffusi tra gli Stati membri
per aumentare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico
(R&S). La comunicazione “Per un utilizzo più efficace degli incentivi
fiscali a favore della R&S” nonché il documento di lavoro che
l’accompagna offrono orientamenti per mettere a punto in modo ottimale questi
incentivi.

 

Nell’ambito del
semestre europeo, la
Commissione contempla l’opportunità di formulare
raccomandazioni per le economie nazionali in generale, e non per i singoli
settori industriali. Le misure fiscali suggerite dalla Commissione hanno lo
scopo di trovare un equilibrio tra l’incremento delle entrate e il rilancio
della crescita invece di aumentare le aliquote fiscali. Inoltre, l’aggiornamento
della comunicazione sulla politica industriale, recentemente adottato,
sottolinea il fatto che le misure capaci di creare o di aumentare la domanda di
innovazione promuovendo la diffusione dell’innovazione nelle catene di
approvvigionamento globale o fornendo degli incentivi sul piano normativo,
possono ottimizzare l’incidenza della politica d’innovazione per promuovere la
crescita e creare posti di lavoro in Europa. La Commissione ha
stabilito sei task force per i settori industriali importanti che, tra l’altro,
proporranno delle misure per rilanciare la domanda di innovazione. Inoltre, la Commissione ha
recentemente invitato le parti interessate a considerare come si potrebbero
ridurre gli ostacoli alla domanda di innovazione in Europa in settori specifici.
L’attuazione di una strategia volta a rilanciare la domanda forma così un
elemento importante della politica industriale della Commissione.