INTERROGAZIONE SCRITTA
di Cristiana Muscardini (UEN)
alla Commissione
Oggetto: Italia: Canone TV anche per i computer
Una legge del 1938 che prevede che il tributo per le telecomunicazioni sia dovuto quando si possiede “un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni” ha fatto si che molti cittadini italiani che avevano regolarmente disdetto l’abbonamento alla televisione pubblica RAI si siano visti recapitare i solleciti di pagamento del canone in quanto possessori di un computer o di un radiofonino. Si tratta di un altro esempio di burocrazia che massacra il cittadino. Nelle lettere di sollecito si usano toni minacciosi: si paventano blocchi amministrativi e pignoramenti senza che la legge lo preveda. Considerato che l’Italia è stata messa in mora per violazione della direttiva 89/552/CEE che prevede la riduzione degli spazi pubblicitari su cui molte televisioni private basano la propria sopravvivenza.
Può la Commissione rispondere ai quesiti seguenti:
1. Non ritiene che un’imposizione di questo tipo costituisca una violazione del diritto comunitario in materia di concorrenza?
2. Non pensa sia il caso di chiedere chiarimenti alle autorità italiani competenti in materia di telecomunicazioni?
3. Non vede in questo tributo chiesto ai cittadini italiani un tentativo di aumentare gli introiti della televisione pubblica a scapito della qualità del servizio effettivamente reso?