INTERVENTO IN AULA : TIBET

Bruxelles, 26 marzo 2008

In vista dei giochi olimpici, eravamo tutti speranzosi che la Cina avrebbe dimostrato che il suo sviluppo non era solo quello di una grande potenza economica e commerciale ma anche di una nazione capace di dare il via ad una nuova epoca basata sul riconoscimento dei diritti umani, troppo spesso violati, e pronta a riconoscere quelle libertà individuali ad oggi negate Piu’ volte il congresso cinese ha negli ultimi anni parlato della necessità di dar vita ad una società armoniosa ma sono rimaste parole sulla carta e per quanto riguarda il Tibet non si e’ data attuazione a quella autonomia che era stata garantita da un accordo tra le parti e che riguardava sia la libertà di espressione che di professione religiosa. Sono invece esplose le repressioni con centinaia morti e feriti e con la sparizione di monaci e di cittadini. L’unione europea che condanna fermamente l’accaduto deve porre in essere iniziative politiche conseguenziali: se le autorita’ cinesi rifiuteranno di dar vita ad un dialogo costruttivo con i tibetani e di fare immediata luce sulle persone scomparse diventerà necessario rivedere gli accordi economici e di cooperazione tra l’Unione e la Cina. La partecipazione delle personalità politiche ai giochi olimpici potrà avvenire solo se prima saranno garantiti i diritti delle persone, fatta chiarezza sul traffico di organi delle persone giustiziate ad insaputa delle stesse famiglie, liberati i monaci ed i cittadini tibetani e dato il via al dialogo con il Dalai lama. Signor Presidente, da parte del Gruppo UEN non mancherà il sostegno ad iniziative di questo tenore se gli eventi dovessero ulteriormente precipitare.