La Somalia è un paese in cui
si sta perdendo ogni speranza. I ribelli alleati di al Qaeda combattono contro
il Governo federale di transizione (Tfg)di Sheikh Sharif Ahmed che è appoggiato dai soldati di pace dell’Unione
africana (Amisom). Le violenze sono continue e la capitale Mogadiscio, ormai
proibita agli stranieri, vede quotidianamente lo stillicidio dei civili colpiti
a morte. Raggiungere le zone controllate dal Governo federale di transizione è
impossibile senza una scorta di almeno cinque uomini armati di Kalashnikov,
come rilevato da un giornalista italiano che è riuscito a penetrare nella
capitale.
In tali condizioni i Somali
arrivano a rimpiangere gli ormai persi legami con l’Italia, storicamente
presente a causa del passato coloniale. Già nel passato la scrivente aveva
chiesto alla Commissione ed al Consiglio un intervento più deciso in difesa del
Corno d’Africa, ma i molti ritardi, anche europei, hanno lasciato degenerare la
situazione che, oltre a creare un danno spaventoso alla popolazione, produce
anche situazioni di pericolo globale per il continuo rafforzarsi delle
formazioni terroriste ed integraliste.
La Commissione
1. Sta
monitorando la situazione in Somalia?
2. Non
ritiene di dover intensificare i rapporti per dar modo al Governo federale di
transizione di essere meno isolato?
3. Non
crede che sarebbe opportuno sviluppare iniziative che diano alternative
culturali ai giovani somali rispetto
al fondamentalismo islamico, come, per
esempio, offrire borse di studio presso scuole ed università dei Paesi
dell’Unione?